Bellissima giornata domenica per la tifoseria rossoblù con tutta la città in festa seppur con un congedo nell’ultima partita sotto tono. Questa è Bologna. Il giorno successivo, la città è pulita e non deturpata, a differenza di ciò che è successo a Napoli il giorno dopo la festa per la conquista dello scudetto, il quarto della loro storia. A volte da che parte sta la civiltà non occorre sottolinearlo.
Augusto Bertocchi
Risponde Beppe Boni
La cronaca di Bologna di ieri del Carlino ha elaborato un titolo che in due parole ha magistralmente reso l’idea del sentimento collettivo che ha accompagnato la gran festa del Capodanno calcistico, ovvero la Coppa Italia, dei rossoblù: "Estasi Bologna". Oltre quarantamila persone, anziani, giovani, bambini, mamme, papà, nonni hanno idealmente abbracciato il bomber Orsolini e compagni che sfilavano sul bus scoperto. Tutti tifosi da curva? In parte sì, ma non solo. Al rito di entusiasmo che assomigliava al carnevale di Rio ha partecipato il cuore di Bologna. Nelle strade e in piazza c’erano anche persone che forse non sono mai entrate allo stadio, ma che erano lì a mani alzate, col sorriso sulle labbra. Non so in quante altre città possa andare in scena uno show del genere per la Coppa Italia. Questo orgoglio collettivo conferma che Bologna è una città ad alto tasso sportivo dove calcio e basket fanno da traino per tutti gli altri sport, compreso il tennis che sta vivendo il suo momento d’oro con la valanga della racchetta guidata da Jannik Sinner. Teniamocelo stretto questo entusiasmo perché lo sport non è solo esultanza per un gol o per un canestro, ma è anche educazione e formazione per i giovani.
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