Bologna Pride 2022, corteo vietato ai poliziotti Lgbtq: è scontro

Gli organizzatori: "La nostra è una critica aperta alle forze dell’ordine, come istituzione e come luogo di violenza sessista"

Bologna, 23 giugno 2022 - Oltre alle bandiere arcobaleno sventolano le polemiche. Se la Cgil di Bologna annuncia che sabato sarà in piazza per il Pride, Polis Aperta, associazione Lgbtqia+ di lavoratori di forze di polizia e forze armate, lamenta di essere stata esclusa dal mega corteo al quale sono attese 50mila persone.

Rivolta Pride’ – che organizza la manifestazione – spiega senza giri di parole il motivo: "La nostra non è una presa di posizione contro Polis Aperta, ma di critica aperta alle forze dell’ordine come istituzione, e come luogo di riproduzione di violenza sessista, omolesbobitransfobica, abilista e razzista".

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Ecco la mappa per il corteo del Pride 2022
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Se le origini del movimento Lgbt si fanno risalire alla rivolta di alcuni gruppi omosessuali contro la violenza della polizia il 28 giugno 1969 allo Stonewall Inn di New York, come poter accettare ‘divise’ in corteo? Per questo, fanno sapere gli attivisti, "riteniamo necessario aprire una riflessione seria sul tema della polizia e delle forze armate e delle discriminazioni vissute dalla nostra comunità".

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Una presa di posizione che già dalla mattina era stata spedita all’associazione Lgbt delle forze dell’ordine: "Chi fa il mestiere delle armi a non si presenti con divise, bandiere o simboli dell’associazione", ricordando come "tra noi c’è chi ha subito violenza dalla polizia".

L’invito, però, è stato subito rifiutato da Polis Aperta che, in altri Pride, partecipava con la maglietta ’Diversamente uniformi’ che richiamava (nei colori) una divisa della polizia. Troppo per gli attivisti Lgbt che, in alcuni commenti, hanno sintetizzato: "Sbirri siete e sbirri rimanete", ricordando che non si sono ’sbirri buoni’ e ’cattivi’.

Gli organizzatori del Pride hanno cercato di metterci una pezza, ricordando, durante la presentazione della sfilata, che non ci sono state diversità di trattamento: "Bandiere e simboli politici o di organizzazioni sindacali e di categoria sono sempre state vietate durante la manifestazione". Resta il fatto che la Cgil in una nota ricorda il percorso del corteo, le tappe, firmando la nota come Camera del Lavoro di Bologna.

Per Polis Aperta, invece, l’invito di sfilare senza simboli non è stato accettato: "Ci è stato chiesto di non presentarci con i loghi e lo striscione dell’associazione, ma di partecipare in modo anonimo, quasi dovessimo nascondere chi siamo. Attraverso i social sono state scritte parole pesanti come pietre, che ancora prima di colpire l’associazione in sé, feriscono le persone che ne fanno parte. Persone, che pur avendo scelto un lavoro, dove non sempre la comunità Lgbtqi+ è stata accolta a braccia aperte, hanno deciso di uscire allo scoperto per abbattere diffidenza e pregiudizi".

E nel rivendicare la mobilitazione e l’impegno per i diritti Lgbt, l’associazione delle forze dell’ordine non accetta mediazioni.

"È la prima volta che così esplicitamente veniamo esclusi da una manifestazione. Non è mai stato facile, ma prima del Covid partecipai a diversi Pride in città", dice Daisy Melli di Polis Aperta e 20 anni alle spalle in divisa. Intanto sui social iniziano i primi distinguo. E pur ammettendo il "complesso rapporto con le forze dell’ordine", c’è chi non disdegna la possibilità di trovare alleati tra le divise.

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