Bologna tra le cento città Ue a impatto zero

Obiettivo da raggiungere entro il 2030. Il sindaco Lepore: "Ora Draghi ci convochi". E dal Pnrr altri 157 milioni per quattro progetti

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Bologna parteciperà alla missione dell’Unione europea ‘100 città a impatto climatico zero entro il 2030’. "Ce l’abbiamo fatta", esulta il sindaco Matteo Lepore, affiancato da diversi assessori e dai rappresentanti dei principali partner del Comune: Simona Tondelli (prorettrice dell’Università), Giuseppina Gualtieri (presidente di Tper), Marco Bertuzzi (presidente di Acer) e Cecilia Bondioli (responsabile rapporti con i media di Hera). Bologna rientra tra le nove città italiane (con Padova, Bergamo, Firenze, Milano, Parma, Prato, Roma e Torino) selezionate sulle 40 che si erano candidate e questo "significa misurarci con le altre realtà europee su temi importanti non solo per la transizione ecologica – continua Lepore – ma purtroppo anche per la situazione di crisi energetica". Bologna "città della conoscenza", aggiunge il sindaco richiamando i fondi del Pnrr assegnati ufficialmente dal governo ieri (157 milioni di euro per 4 progetti: oltre alla città della Conoscenza, il polo dell’Osservanza a Imola, il centro di ricerca Enea Brasimone ed ex-Cartiera Burgo in Appennino), "intende mettere a terra questi saperi, anche tecnologici, per riuscire a produrre cambiamenti rispetto all’impatto della dimensione urbana sull’ambiente e il clima".

Questo passa per "scelte chiare e radicali", sottolinea Lepore, pronto a siglare un vero e proprio ‘contratto’ con i partner. Intanto, "è molto importante che il governo, in particolare i ministri Roberto Cingolani e Enrico Giovannini se non addirittura il premier Mario Draghi – afferma – convochino queste nove città perché siamo una risorsa per il Paese".

Ora bisognerà "mettere insieme gli sforzi di tutta la città per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica ed essere apripista per l’Europa", afferma Anna Lisa Boni, assessora con delega alla candidatura ‘Città carbon neutral’. Non sono previsti finanziamenti automatici, spiega l’assessora, però c’è una sorta di ‘bollino’ che aiuterà la città "ad attirare investitori, enti pubblici e privati, la Regione, lo Stato per sostenere gli investimenti necessari. Ci saranno anche scorciatoie per fonti di finanziamento europee e nazionali". "È un lavoro importantissimo di cui la città aveva bisogno", conclude la vicesindaca Emily Clancy. Esulta il Pd: "Del metodo Bologna ne parleremo il 7 maggio durante una Agorà a Casalecchio di Reno".

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