Bologna, tra problemi e fascino

Il fascino del ’c’era una volta’ fa parte dell’animo umano. Quando nei pensieri di ognuno di noi si apre cigolando la porta della nostalgia e la memoria si lascia andare si pensa sempre che il passato sia migliore del presente e che il futuro chissà cosa ci riserverà. A volte è vero a volte no. Bologna è una città identitaria che conserva intatto il suo fascino, con i 63 chilometri di portici diventati patrimonio Unesco, via D’Azeglio con la casa di Lucio Dalla diventata un luogo del cuore, Piazza Maggiore, il santuario di San Luca adagiato sui colli con lo sguardo della Madonnina che veglia e accarezza benevolo i tetti della città. Poi l’accoglienza fatta di buona tavola e sorrisi. Tutto questo è immutato, come il fascino di una signora non più giovane ma ancora piacente. Poi c’è la logica dei tempi moderni che aggiunge varianti non sempre piacevoli: i graffiti sui muri, i movimenti anarchici che un giorno sì e uno no occupano edifici e creano caos, le aree di spaccio di stupefacenti con polizia e carabinieri che fanno gli arresti e la Giustizia strabica che rimette in libertà i ladri, i portici occupati da presenze ingombranti che li scambiano per dormitori, i parcheggi che scarseggiano. Ecco un elenco di cose che non vanno e che gli amministratori pubblici potrebbero migliorare, se non proprio rivoluzionare. Però, nonostante tutto ciò Bologna conserva immutata la sua bellezza e fa innamorare chi passa da queste parti.

mail: beppe.boni@ilcarlino.net; voce.lettori@ilcarlino.net

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