Bologna, trovata impiccata nel letto: in azione gli specialisti dei carabinieri

Ris e Racis al lavoro sul giallo della Bassa con l’innovativa tecnica d’indagine per far luce sulla morte della donna, per cui è indagato il marito

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La stanza del (presunto) delitto è virtuale e in 3D. Ricreata così fedelmente da avere valenza probatoria in un eventuale processo. Un prezioso strumento in più per gli inquirenti, che possono ricreare con precisione scientifica ipotesi, dinamiche e situazioni: è l’innovativa tecnica – è la seconda volta che viene usata in città; la prima volta fu per l’indagine del presunto omicidio di Kristina Gallo – impiegata per fare luce sul caso della donna morta il 5 settembre scorso, in un paese della Bassa. La donna, 59 anni, morì a letto, impiccata con una corda alla spalliera; morte inizialmente catalogata come suicidio, ma poi alcuni buchi e incongruenze nella ricostruzione del marito della vittima, unico testimone (difeso dall’avvocato Ermanno Corso, mentre i familiari della moglie sono rappresentati dall’avvocato Daniele Nicolin), non convinsero i carabinieri e il pm Augusto Borghini ha aperto un’indagine per omicidio.

Così ieri i miltiari di Ris di Parma e Racis di Roma si sono messi al lavoro fin dalle prime ore del mattino per ricostruire virtualmente stanza, posizione in cui è stato ritrovato il corpo, quella della corda e così via. Un lavoro eseguito con sofisticati macchinari e laser scanner che con una ’nuvola di punti’ hanno trasportato il luogo reale nel mondo virtuale, da cui partiranno poi diverse elaborazioni, come illustrano gli stessi addetti ai lavori dell’Arma. Infatti, nella stanza virtua le, si potranno vagliare ipotesi di dinamiche della tragica notte in maniera fedelissima e scientificamente affidabile; si potranno calcolare distanze tra gli oggetti con precisione millimetrica, simulare situazioni e, soprattutto, verificare l’attendibilità delle dichiarazioni del marito, ricreando le scene da lui raccontate per valutarne la verisimiglianza. Il tutto integrato con quanto raccolto nei sopralluoghi e dai rilievi al rinvenimento del corpo.

C’è dell’altro. Gli inquirenti faranno anche un’analisi particolare: la ricostruzione del ’profilo vittimologico’ della donna nei momenti antecedenti al decesso. Un’analisi di ’crimonogenesi’ affidata ai reparti della sezione crimini violenti, per stabilire le condizioni che potrebbero avere condotto la donna al suicidio o il marito all’omicidio e ricostruire il contesto in cui l’uno o l’altro gesto sarebbe maturato.

La vittima, in cura per depressione, la notte della morte risultò avere assunto alcol e molti psicofarmaci. Mix che, per la Procura, non le avrebbe permesso di mettere in atto da sola e in quel modo l’estremo gesto.

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