Coronavirus Bologna, ventilatori polmonari. L'esercito in fabbrica

Tecnici con le stellette al lavoro nell’azienda della Valsamoggia: permetteranno di aumentare la produzione a 500 pezzi al mese

L'esercito è arrivato in fabbrica

L'esercito è arrivato in fabbrica

Bologna, 17 marzo 2020 - ‘Arrivano i nostri’ alla Siare Engineering di Valsamoggia (Bologna). Ieri è arrivata una task force dell’esercito italiano per aiutare questa azienda bolognese nata nel 1974, su intuizione di Giuseppe Preziosa e che produce respiratori polmonari da installare nei reparti di terapia intensiva. È l’unica ditta italiana produttrice di ventilatori polmonari, ha un fatturato di 11 milioni di euro annui, ha in organico 35 dipendenti ed è diretta da Gianluca Preziosa, figlio di Giuseppe che ne è il presidente. E adesso, da ieri per l’esattezza, ha al proprio fianco 25 fra i migliori uomini dell’esercito italiano: tecnici specializzati dell’Agenzia industrie difesa, ente industriale alle dirette dipendenze del ministro della Difesa.

LEGGI ANCHE Emergenza coronavirus, il "reparto speciale" nella guerra al Covid-19

Grazie a questo aiuto l’azienda bolognese produrrà 125 macchinari a settimana, per un totale di 500 al mese e 2mila entro luglio, per far fronte alle necessità sanitarie del Paese. Attualmente la Siare ha accelerato i suoi ritmi di lavoro, vista la pioggia di commesse a cui non riesce quasi più a far fronte. Ha bisogno di rinforzi e ieri sono arrivati appunto gli specialisti dell’esercito coordinati dal colonello ingegnere Giulio Botto e dal tenente colonello ingegnere Ferruccio Poles, dell’Agenzia industrie difesa. Il ministero della Difesa ha deciso infatti di impiegare i suoi reparti specializzati per accelerare la produzione di macchinari salvavita. Si tratta del progetto di collaborazione tra la Difesa e l’industria civile per la produzione di respiratori polmonari destinati in primis alla Lombardia, all’Emilia Romagna e al Piemonte.

Le schede: Le regole in casa per scarpe e vestiti  Il punto sul picco  PDF / Nuovo modulo per l'autocertificazione  Il farmaco

Questa unità di 25 uomini dell’Agenzia industrie difesa – che sono arrivati in Valsamoggia dallo Stabilimento militare produzione cordami di Castellamare di Stabia (Na), dallo Stabilimento militare spolette di Torre Annunziata (Na), dallo Stabilimento pirotecnico militare di Capua (Ce) e dall’Arsenale militare marittimo di Messina – darà una mano agli addetti della Siare e permetterà di far arrivare in anticipo i respiratori richiesti. "Contiamo – spiega Poles – di riuscire a produrre almeno 125 respiratori a settimana. Staremo qui fino a luglio prossimo e l’obiettivo è quello di arrivare a produrre alla fine della collaborazione 2000-2500 apparecchi". La Siare Enginereeing ha messo a disposizione dell’esercito il materiale necessario e un reparto apposito inaugurato proprio ieri. E nel reparto si sono messi al lavoro, a turno, i soldati specialisti.

«I respiratori – continua Poles – servono ai nostri ospedali che stanno arginando le tantissime emergenze, specie in quelli della Lombardia, dell’Emilia Romagna e del Veneto; gli spazi sono quasi al completo e proprio per questo si stanno allestendo nuove aree da destinare alla terapia intensiva. Dunque ci sarà bisogno di attrezzature superspecializzate. A iniziare dai respiratori". Le apparecchiature serviranno anche per le altre regioni che fortunatamente non devono affrontare lo stesso carico di persone in gravi condizioni. Ma che si stanno organizzando per fronteggiare un’eventuale emergenza. "Che militari entrassero in un’impresa privata – dice Gianluca Preziosa – non succedeva dai tempi di guerra, quando le aziende eccellenti venivano letteralmente sequestrate per favorire la produzione bellica. Nel nostro caso invece ci siamo messi a disposizione, semplicemente accettando una richiesta di aiuto che ci è stata avanzata e mettendo a disposizione tutta la nostra produzione, accordando anche uno sconto del 50% sul prezzo dei macchinari venduti".

«Mai avremmo pensato, nemmeno in tempo di calamità, penso al recente terremoto del maggio del 2012 — prosegue Preziosa — di doverci impegnare in un compito così vitale. Siamo una piccola azienda, abbiamo in organico 35 addetti, che forse mettendo da parte gli ordinativi internazionali perderà qualche cliente, ma siamo volentieri a disposizione. Se necessario, viste le assicurazioni del governo a facilitarci nell’accelerazione dei tempi di pagamento dei fornitori e nel garantire gli stipendi ai nostri dipendenti, faremo il massimo per produrre anche più ventilatori di quelli previsti dall’accordo".  

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro