Bologna, la bomba fatta brillare a Pianoro / FOTO e VIDEO

Città paralizzata nella giornata di domenica per i ritardi nel disinnesco dell'ordigno bellico trovato in via Zanardi

Bomba a Bologna, le operazioni per il disinnesco (FotoSchicchi)

Bomba a Bologna, le operazioni per il disinnesco (FotoSchicchi)

Bologna, 9 aprile 2018 - E' stata fatta brillare (VIDEO) alle 12.30, nella cava di Pianoro, dagli arificieri dell'Esercito la bomba disinnescata ieri dopo otto lunghissime ore.

L'ordigno della Seconda guerra mondiale era stato trovato qualche settimana fa vicino a un sottopasso ferroviario all’incrocio fra via Zanardi e via Bovi Campeggi, a Bologna. E così ieri le operazioni non sono finite in mattinata, come finora era sempre successo con gli ordigni precedenti, ma sono andate avanti fin quasi alle 18, causando gravi disagi in aeroporto, in stazione e anche alla circolazione stradale vicino alla zona rossa. Non solo. A partire da metà pomeriggio molti residenti, evacuati fin dalle otto del mattino, hanno chiesto a più riprese di poter tornare a casa, chi per motivi di salute (soprattutto anziani e genitori di bambini piccoli), chi per motivi di lavoro e chi perché semplicemente stanco. «Fateci passare», la pressante e a volte rabbiosa richiesta. Ma ai varchi sono stati respinti dai vigili. In totale erano 9.400 gli abitanti allontanati dalla ‘danger zone’. 

 

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E dire che invece la giornata era cominciata bene. L’evacuazione della zona rossa, al netto dei soliti (pochi) residenti riottosi, era filata liscia, tanto che alle 9,30 erano iniziate le operazioni di disinnesco degli artificieri dell’Esercito provenienti dal reggimento Genio ferrovieri di Castel Maggiore.  L’ordigno da 213 chili, di fabbricazione britannica, era in pessime condizioni e dunque potenzialmente molto pericoloso. Per metterlo in sicurezza, bisognava togliere le due spolette e poi, una volta reso inerte, portarlo alla cava di Pianoro per farlo brillare. La prima spoletta è venuta via nel giro di un’ora senza problemi, svitata da un robot comandato a distanza dagli artificieri. I problemi sono arrivati con la seconda spoletta, quella posteriore. Non essendo possibile svitarla, il robot ha dovuto tagliare la bomba, spessa tre centimetri, con uno speciale getto ad alta pressione di acqua e sabbia.

Un’operazione che ha richiesto sette ore. Un tempo infinito. Anche perché gli operatori hanno dovuto più volte fermarsi per evitare surriscaldamenti dell’ordigno, ricalibrare il robot, avvicinarsi di persona per controllare che tutto fosse a posto. Insomma, un’impresa molto delicata. «È stata un’operazione più complessa di altre – spiega il tenente colonnello Vincenzo Carbone, comandante del battaglione Genio ferrovieri –, dovuta alle pessime condizioni dell’ordigno. È servito tanto tempo per garantire la sicurezza di operatori e cittadini».

Intanto, nella sala operativa allestita in Prefettura la tensione saliva sempre più, anche perché arrivavano le notizie dei disagi e delle relative lamentele di viaggiatori e cittadini. Alle 17,40, finalmente, la bomba è stata messa in sicurezza e la zona rossa è stata riaperta. Il trasporto a Pianoro è stato posticipato a stamattina, mentre la bomba nella notte è rimasta in loco sorvegliata dall’Esercito. 

«Desidero ringraziare tutti i cittadini – dice l’assessore comunale alla Protezione civile Alberto Aitini – che hanno sopportato un’attesa più lunga di quella prevista». Alcune centinaia di evacuati hanno trascorso la giornata nei centri di accoglienza allestiti anche grazie a molti volontari. Fra loro, oltre a molti anziani, anche parecchi studenti nelle aule universitarie di via Azzo Gardino: «Ne abbiamo approfittato per studiare», vede il bicchiere mezzo pieno Claudio Longo, studente di Taranto. 

 

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