Stop all’uso dell’acqua per lavare l’auto, riempire la piscina o annaffiare le ortensie. La sindaca Barbara Franchi ha firmato nei giorni scorsi un’ordinanza che prescrive "l’uso dell’acqua potabile proveniente dalla rete idrica esclusivamente per le necessità domestiche, alberghiere e zootecniche, vietando il prelievo dalla rete idrica potabile per qualsiasi altro uso". I trasgressori potranno subire sanzioni dai 25 ai 500 euro. Il Comune ha anche disposto contestualmente la chiusura di alcune fontane pubbliche.
Nessuna emergenza, per il momento, ma un segnale di prudenza nel momento più critico dell’anno per l’acquedotto comunale. Più che la siccità, a mettere sotto pressione la rete è il boom turistico. La calura del fondovalle e il ponte di Ferragosto hanno fatto segnare il pienone nelle strutture ricettive e nella case di villeggiatura. "Abbiamo 8mila utenze – spiega la prima cittadina – quindi dalle 6 alle 8 di sera la capienza di alcuni serbatoi non è adeguata e diminuisce la pressione negli edifici con i piani più alti. In realtà finora i problemi sono stati segnalati solo in poche case nella zona alta di Vidiciatico". La criticità si era già manifestata in passato: "Non abbiamo al momento un problema di scarsità d’acqua, ma di elevato consumo".
Come noto, Lizzano è ormai l’unico Comune, insieme al territorio di Granaglione, a mantenere la gestione diretta dell’acquedotto, alimentato da una trentina di sorgenti e, nei periodi di magra, dalle prese sul Dardagna. Una peculiarità difesa gelosamente dalle precedenti amministrazioni lizzanesi. Questo tabù potrebbe però essere presto sfatato, sia per la difficoltà a sostenere gli ingenti costi per manutenzione e investimenti che per rispettare la complessa normativa in materia. Va in questo senso la delibera approvata dalla giunta lo scorso 2 agosto avente come oggetto un ’Atto di indirizzo per la gestione integrata del servizio idrico: adeguamento dell’ente alle vigenti normative’. Sulla base delle relazioni dell’ufficio tecnico e dell’area economico-finanziaria, la giunta ha già aperto un dialogo con Hera sul tema e ha stabilito "di avviare il confronto" con Atersir, l’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti. "Abbiamo un incontro in programma a settembre per vedere come adeguarci alle norme – spiega la sindaca Franchi – e verificare se abbiamo ancora i requisiti per la gestione autonoma, oppure se è il momento di uniformarci al sistema idrico integrato. Avendo ereditato una situazione abbastanza critica, stiamo facendo dei ragionamenti". Per rientrare nella gestione comune delle risorse idriche, tuttavia, il Comune dovrà probabilmente attendere la scadenza del 2027, quando sarà rimesso a bando il servizio.
Enrico Barbetti