Borgonzoni è l’unica sottosegretaria in città

La senatrice leghista ottiene il bis ai Beni Culturali. Salvini festeggia: "Metà dei nomi sono donne, tante le Regioni rappresentate"

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L’unico sottosegretario made in Bologna è la senatrice leghista Lucia Borgonzoni. Niente da fare, invece, per il Pd che non riesce a portare a casa la casella che sembrava più papabile in città: la riconferma della prodiana Sandra Zampa alla Salute. E niente da fare nemmeno per Francesca Puglisi al Lavoro.

Per il Carroccio, invece, è filato tutto come previsto: i rumors da giorni davano Lucia Borgonzoni in pole position per i Beni Culturali e così è andata.

La fedelissima di Matteo Salvini – già candidata in città sia nel 2016 come sindaca, sia come presidente di Regione del centrodestra dove ha perso contro Stefano Bonaccini – aveva già ricoperto l’incarico nel Conte uno e puntava al bis. Bolognese, classe 1976, diplomata in Arti figurative all’Accademia delle Belle arti della nostra città, ha esposto sue opere d’arte in diverse mostre e ha lavorato come designer d’interni.

Negli ultimi giorni, in verità, c’erano state voci anche su di lei come sottosegretaria all’Istruzione, ma poi è arrivata la conferma dei Beni culturali. Insomma, una vittoria su tutta la linea, nonostante le polemiche sullo scrittore Sandro Veronesi, vincitore del Premio Strega, che – prima della nomina della senatrice bolognese – aveva attaccato: "Non credo si sia mai sentito un esponente della Lega parlare di cultura come una delle leve fondamentali del nostro paese. Ma Borgonzoni è un rospo da ingoiare".

Parole che hanno fatto discutere, ma non cambiano il risultato per il Carroccio: nove caselle conquistate su 39, nonostante i veti reciproci e il pressing dei partiti della larga maggioranza abbiano complicato fino all’ultimo la partita che, comunque, alla fine è stata chiusa in tarda serata, attraverso un Consiglio dei ministri non privo di tensioni.

La riunione è stata caratterizzata da turbolenze sui nomi, da veti incrociati e da qualche richiesta disattesa. Tanto che a un certo punto il consiglio dei ministri è stato sospeso, addirittura con l’ipotesi di uno slittamento al giorno dopo, così come già successo lunedì quando si attendeva la lista completa. Alla fine per la Lega è andata anche meglio del previsto: avrebbe dovuto incassare sette o otto posti, alla fine è riuscita a portarne a casa nove.

"Auguro buon lavoro a tutti i viceministri e sottosegretari della

Lega e mi rammarico per gli esclusi, visto che almeno altre 30 persone avevano legittime ambizioni di governo. Siamo soddisfatti: metà dei nomi indicati sono donne, tante le Regioni rappresentate, dalla Puglia alla Toscana, dal Lazio all’Emilia-Romagna, dalla Liguria al Friuli Venezia Giulia", ha commentato ieri a caldo il leader leghista Matteo Salvini.

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