
Uno dei tanti cortei che ci sono stati in città per appoggiare la Palestina
Ha preso il via il primo processo a Bologna, e uno dei primi in Italia, per le manifestazioni pro Palestina. Ci sono tre imputati, tutti incensurati. Si tratta di un italiano classe ’91, difeso dall’avvocato Gabriele Cevenini, accusato di vilipendio a uno Stato estero insieme a un altro 34enne egiziano. Alla sbarra anche un maliano di 26 anni. Secondo l’accusa l’italiano e l’egiziano avrebbero offeso una bandiera straniera, ovvero quella israeliana, durante la manifestazione del 22 ottobre del 2023 a Bologna, quando scesero in strada oltre cinquemila persone per dare sostegno alla Palestina, partendo dalla Bolognina. La bandiera israeliana sarebbe stata riprodotta su un cartellone con "una svastica nazista al posto della stella di David" e poi, dopo averne estratta una in tessuto con colori bianco e celeste, infuocata da terzi non identificati dalla Digos. Il 34enne egiziano sarebbe, sempre secondo le indagini coordinate dal pm Stefano Dambruoso, anche "promotore del corteo non previamente autorizzato, contravvenendo, altresì, alle indicazioni della polizia incitando i manifestanti a portarsi in piazza Maggiore creando elevati rischi", in concorso con il 26enne. Entrambi sono difesi dall’avvocato Marina Prosperi, ieri sostituita dalla collega Silvia Tassotti nell’udienza predibattimentale, visto il decreto di citazione a giudizio, davanti al giudice Filippo Ricci. Ma per iniziare la fase dibattimentale bisognerà aspettare fino al 2 ottobre. Questo perché il reato discusso è uno dei pochi casi in cui è punibile a richiesta del ministro per la Giustizia. Una questione quindi di procedibilità. Ma fino a ieri questa richiesta non era arrivata. Tanto che nel procedimento la persona offesa risulta proprio lo Stato italiano.
"Stiamo parlando però di persone che hanno partecipato a titolo personale, non aderenti a nessun gruppo", spiegano i legali degli imputati. Da quel 22 ottobre di quasi due anni fa "il mio assistito non ha più partecipato a nessuna manifestazione", spiega l’avvocato Cevenini. Quella domenica del 2023 fu una delle prime manifestazioni in città – dopo quella dell’11 ottobre, con 500 partecipanti, in piazza XX Settembre, e quella del ’Cessate il fuoco’ del 13 in Piazza Nettuno – a seguito dell’offensiva di Hamas su Israele del 7 ottobre, e le successive incessanti risposte, colpendo migliaia di civili, da parte di Israele alla Palestina. Dopo il corteo del 22 ottobre il senatore di Fratelli d’Italia Marco Lisei aveva annunciato un’interrogazione parlamentare sulla manifestazione. E anche Andrea De Maria, deputato del Pd, e Daniele De Paz, presidente della comunità ebraica bolognese, avevano commentato alcuni comportamenti dei manifestanti. Da lì le indagini della Digos e il successivo avvio del procedimento.