Budrio, appalti e favori. Un ‘corvo’ agita il Comune

Lettere anonime ai consiglieri, il sindaco Mazzanti manda tutto in Procura

Il magazzino comunale

Il magazzino comunale

Budrio (Bologna), 27 aprile 2019 - Appalti pubblici affidati a parenti per la realizzazione di impianti elettrici, e poi lavori personali o per conto terzi segnati all’interno degli straordinari, e, infine, attrezzature e mezzi del magazzino comunale utilizzati da fratelli e cugini di dipendenti dell’amministrazione di Budrio. Sono le accuse, a dir poco gravi ma tutte da dimostrare, nei confronti di un dirigente e alcuni dipendenti, sollevate da tre lettere anonime inviate ai capigruppo dell’opposizione e al sindaco Maurizio Mazzanti. Di certo, il ‘corvo’ un effetto lo ha già ottenuto, poiché il contenuto dei suoi documenti è ormai di dominio pubblico, alimentando una catena di tensioni e sospetti.

La maggioranza, come da prassi, ha girato tutto alla Procura della Repubblica e all’ufficio anti-corruzione del Comune. Una delle missive è stata letta, omettendo i nomi dei dirigenti e operai accusati, dal consigliere comunale della Lega Tiziano Quaglia durante un consiglio comunale. I carabinieri hanno già iniziato le indagini per appurare se dietro la segnalazione ci sia qualcosa di vero. I dipendenti comunali citati nelle lettere, preoccupati per le accuse, hanno chiesto un incontro con il sindaco Maurizio Mazzanti. Il primo cittadino ha spiegato loro che, in questi casi, un amministratore pubblico è tenuto a girare le segnalazioni alla Procura della Repubblica.

Il consigliere Quaglia, che ha effettuato un’interrogazione in consiglio comunale, ha semplicemente chiesto al primo cittadino cosa sta facendo dopo la segnalazione e quest’ultimo ha ripetuto di aver informato gli organi competenti. Nelle lettere si fa riferimento alle attività del magazzino comunale, sottolineando che chi vi opera all’interno si assenterebbe dal posto di lavoro. Non solo, ci sarebbero persone, estranee all’amministrazione, presenti frequentemente all’interno della struttura senza un ruolo ben preciso. Le accuse, inoltre, riguardano il mancato controllo dei materiali acquistati, ossia dove finiscano una volta immagazzinati.

Alcuni dei dipendenti, finiti nel mirino dell’anonimo, sono stati citati con nomi e cognomi e stanno pensando di adire alle vie legali contro l’autore delle missive. Le lettere sarebbero state inviate, cambiando ogni volta la dicitura della mail, dalla stessa casella di posta e per la polizia sarebbe a dir poco facile individuare la fonte. L’autore delle missive è dichiaratamente contro la vecchia maggioranza Pd, dal momento che chiede a quella attuale di fare luce e mettere le cose a posto per evitare sperpero di risorse.

«Visto che i compagni sono andati a casa da un bel po’ – si legge –, che ne dite di mettere un freno ai compagni rimasti?», sottolinea l’anonimo. L’accusatore minaccia inoltre, sempre nelle sue lettere, di andare alla finanza o di rivolgersi ai mass media nel caso l’appello fosse rimasto inascoltato. Il sindaco Mazzanti non ha potuto fare altro che prendere atto delle lettere e recapitarle all’autorità giudiziaria: «Sono tenuto a girare tutto alla Procura della Repubblica – tiene a precisare – e all’ufficio comunale dell’anti-corruzione. L’ho spiegato anche ai dipendenti citati nelle missive. Come amministrazione ci siamo attenuti alla legge, come facciamo sempre».

 

 

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