CHIARA CARAVELLI
Cronaca

Budrio e Medicina. Il tempo è tornato indietro di un anno: "È il nostro incubo"

Nell’area del ponte della Motta campi e strade non si vedono più. Residenti in lacrime. La sindaca Badiali: "Gli sforzi non sono serviti".

Budrio e Medicina. Il tempo è tornato indietro di un anno: "È il nostro incubo"

Nell’area del ponte della Motta campi e strade non si vedono più. Residenti in lacrime. La sindaca Badiali: "Gli sforzi non sono serviti".

Pier Luigi cammina facendosi spazio tra i soccorsi. Lo sguardo è fisso su quella casa in cui, da un anno e mezzo, non è più riuscito a entrare. Lui, la compagna e i loro due bambini sono tra i 150 sfollati di Budrio, dove tra mercoledì e giovedì il fiume Idice ha rotto di nuovo gli argini. Nell’area vicino al Ponte della Motta il tempo sembra essersi fermato a maggio 2023. Il nastro si riavvolge e l’incubo si ripete. I campi e le strade (via Budella, via Rondanina, via Ponti e via Donzone) non si vedono più, l’acqua ha sommerso tutto.

"Pensavamo di rientrare a casa – spiega Pier Luigi – a fine ottobre: avevamo sistemato i muri, l’impianto elettrico e stavamo per ordinare i mobili. L’anno scorso c’erano quasi tre metri di acqua e ora, a distanza di 15 mesi, siamo nella stessa situazione. Da maggio 2023 vivo a casa di mia madre con il cane, mentre la mia compagna è andata ad abitare a Villanova da mia suocera con i bambini. Da quel momento riesco a vederli solo a cena". Nelle sue parole c’è tristezza, sconforto, ma anche tanta rabbia. Per qualcosa che doveva essere e non è stato. "Tutto questo non doveva succedere la prima volta – attacca – figuriamoci la seconda. Non ci sono scuse, si devono dimettere tutti, dal primo all’ultimo perché questo è il frutto di incompetenza e incapacità. Io ho un mutuo da pagare".

Raffaele si copre con un ombrello, passeggia con la testa bassa di chi ha perso la speranza. Guarda la sua azienda, un grande capannone bianco sotto al Ponte della Motta, e non sa cosa dire. Le parole mancano, un po’ come la forza di reagire. Lì, in quella porzione di terra sommersa dall’acqua, c’è il lavoro e il sacrificio di una vita.

"Quel poco fieno che avevamo – racconta Luigi, il figlio di Raffaele – è da buttare. Sono sconfortato, davvero. L’anno scorso dopo l’alluvione andavamo incontro alla bella stagione, ma ora? La gente che abita qui come fa se la prossima settimana torna a piovere. Le tasse non le hanno mai sospese, la nostra azienda essendo dentro a un cantiere non riesce a ripartire. È una batosta enorme, è surreale quello che sta succedendo".

Bruno Cassani è appoggiato a una macchina, a volte sotto i suoi lunghi baffi grigi accenna un sorriso. Ha 66 anni, la sua casa e l’azienda agricola di famiglia, entrambe in via Budella, sono inaccessibili. "Nel 2023 – spiega – avevamo 300mila euro di danni. Cinquemila me li hanno dati, gli altri sono cavoli miei. Ero tornato a casa tra marzo e aprile e ora mi ritrovo in questa situazione. Finora ci sono state tante promesse, abbiamo sentito di tutto, ma nessuno ha mai mantenuto niente". Bruno ha dovuto portare via i genitori, il papà di 89 anni e la mamma di 85. Ora, dopo l’ordine di evacuazione, sono in un ospizio in attesa di poter tornare a casa, mentre lui è da alcuni amici.

In paese a Budrio, il palazzetto dello sport è diventato la casa di chi una casa non ce l’ha più. Le stanze sono piene di piccole brandine blu. Su una lunga tavola di legno vengono serviti i pasti di giornata. Poco lontano, al Coc (Centro operativo comunale) la sindaca Debora Badiali coordina le operazioni: "L’Idice ha rotto – sottolinea – vicino a dove aveva rotto nel 2023. Sia la sponda destra che sinistra dell’argine sono interessate da lavori di consolidamento da giugno 2023. Nel punto in cui ha rotto lo scorso anno c’è una finestra di sfioramento: da lunedì, vista l’allerta, la Regione è intervenuta per quanto riguarda una telonatura che consentisse di far arrivare l’acqua all’interno dei canali di bonifica sottostanti. Ma questo non è bastato".

A Sant’Antonio di Medicina il campo davanti alla casa di Alberto Pederzoli è un enorme lago. L’acqua è quella dei canali Sesto Alto e Sesto Basso, la rottura, quella della sponda destra del Quaderna. Lui, per la seconda volta, si fa largo tra gli attrezzi sommersi: "Non so cosa dire, c’è poco da dire. È un disastro".