"Budrio è pronta ad accogliere Mustafa"

La sindaca Badiali oggi darà il benvenuto alla famiglia siriana. Al bambino verranno impiantate le protesi al centro Inail di Vigorso

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"L’accoglienza è un elemento caratteristico di Budrio da molti anni". Debora Badiali, sindaca di Budrio, è pronta a ricevere oggi Mustafa, il piccolo siriano di 6 anni, nato senza arti durante la guerra in Siria, e il padre Munzir, rimasto senza una gamba per lo scoppio di una bomba. La famiglia di richiedenti asilo El Nezzel è composta anche dalla mamma Zeynep e da tre sorelline più piccole, l’ultima di pochi mesi. L’intero nucleo arrivato in Italia lo scorso gennaio, adesso si trasferisce da Arbia, nel Senese, dove in questo periodo è stato seguito dalla Caritas: l’obiettivo è poter conquistare una vita con la maggiore autonomia possibile. Badiali parte da lontano. "Tanti budriesi mi raccontano ancora di Aladin, il ragazzo bosniaco accolto a Budrio nel 1995. Ma anche fuori dai riflettori, migliaia di persone qui hanno incontrato, negli anni, la nostra sensibilità e le nostre professionalità e competenze di alto livello, in diversi ambiti. Di questo siamo orgogliosi", sottolinea la sindaca.

Il progetto di accoglienza sarà presentato oggi alle 15,30 alle Torri dell’acqua. Oltre alla sindaca, saranno presenti, tra gli altri, Sara Accorsi, consigliera metropolitana delegata al Welfare metropolitano, Paolo Polzonetti, coordinatore dell’area accoglienza progetto Sai (Servizio accoglienza e integrazione metropolitano) e Gregorio Teti, direttore tecnico del Centro protesi Inail. Mustafa e il padre, che riceveranno le cure al Centro di Vigorso, sono diventati celebri dopo lo scatto del fotografo turco Mehmet Aslan, vincitore del Siena International Photo Awards 2021, che li ritrae insieme mentre il genitore, reggendosi su una stampella, eleva al cielo il bimbo. La fotografia ha fatto il giro del mondo, sollevando commozione e un’ondata di solidarietà. "Nelle prossime settimane verranno avviati i percorsi protesici e riabilitatiti, prima per il papà e poi per il piccolo", spiega Simona Amadesi, responsabile dell’area comunicazione del Centro. La famiglia era già stata a Budrio lo scorso giugno per i primi contatti e per vedere la casa dove inizierà la loro nuova vita, con il supporto di un mediatore culturale e linguistico.

"Il Centro protesi Inail è stato coinvolto dalla rete di solidarietà che ha permesso l’ingresso in Italia del piccolo Mustafa e della sua famiglia fin dalle prime fasi di questa complessa operazione – osserva l’ingegner Teti – e ha subito manifestato la propria disponibilità a predisporre e attuare i progetti protesici riabilitativi che saranno definiti dall’équipe multidisciplinare nel corso di una approfondita visita tecnico-sanitaria che svolgeremo nei prossimi giorni".

Saranno attivati percorsi differenti per il papà, Munzir, e per il bambino. "L’intervento su Mustafa sarà complesso e si protrarrà per un lungo periodo durante il quale si cercheranno le strategie più opportune per far in modo che il piccolo, affetto da una plurimalformazione congenita – precisa Teti –, possa accettare i dispositivi protesici. Il target finale della presa in carico sarà quello di accrescere l’autonomia del piccolo nelle attività quotidiane, rispettando il rapporto che Mustafa ha creato nel tempo con il mondo che lo circonda". Invece, l’intervento sul padre " ha una minore complessità rispetto a quello di Mustafa e si prefigge la ricostituzione degli schemi corporei che sono stati violati dall’evento traumatico che lo ha interessato. Ci prepariamo – anticipa Teti –, come in ogni progetto protesico-riabilitativo, a creare le condizioni perché le persone che si affidano alle nostre cure riacquistino una maggiore autonomia nell’affrontare le sfide della vita quotidiana".

Donatella Barbetta

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