Bologna, ex bambina bullizzata: oggi è pioniera del fitness

Arrivata dal Marocco a 9 anni, a scuola veniva irrisa perché portava il velo. "Volevo tornare a casa, ma ho tenuto duro e ora ho fondato un’impresa"

Bologna, 17 maggio 2022 - Da ragazzina bullizzata a imprenditrice affermata. Che, durante il lockdown, ha lanciato il servizio di ’personal training’ a domicilio. È la storia di Jasmine Haffadi, nata a Casablanca 25 anni fa e arrivata in Italia da bambina. L’impatto con il nostro Paese, "a lungo sognato", non è stato facile, come racconta la donna. "Facevo la quinta elementare ma non conoscevo una parola di italiano – ricorda –: non sapevo né dire ciao e chiedere alla maestra di poter andare in bagno. È stata durissima".

Jasmine Haffadi, 25 anni, fondatrice di Storefit
Jasmine Haffadi, 25 anni, fondatrice di Storefit

Una mattina, Jasmine si mette l’ hijab , "non so neanche io perché, visto che i miei non me l’hanno mai imposto", ma appena entra in classe "i compagni mi guardano e iniziano a urlare: “Ha un lenzuolo in testa perché ha i pidocchi“. Poi, in mensa, non mangiando maiale avevo piatti diversi e mi prendevano in giro per le mie origini. Oggi ci rido, ma è stato molto pesante". Tanto che Jasmine, tutti i giorni, torna a casa e piange a lungo: vuole tornare a casa. I suoi non le danno ascolto: "Abbiamo tenuto duro, tutti insieme". Jasmine cresce, la ritroviamo al liceo Laura Bassi, nel corso di Scienze Umane, che frequenta per due anni: "Il terzo mi sono fatta bocciare, non era quella la mia strada".

Lì, la prima illuminazione e l’interesse per l’economia aziendale: tramite un corso privato, recupera due anni in uno. Pensa all’Università, "ma bisogna pagarla, e con la mamma disoccupata e il padre facchino non è semplice". Serve un lavoro: Jasmine entra in un centro estetico, tramite un contatto. Stagista per 6 mesi a 450 euro di busta paga, si mette in luce: "Vendevo quattro volte gli abbonamenti delle mie colleghe più esperte – sottolinea con orgoglio Jasmine –, sono arrivata a gestire i tre centri del gruppo, guadagnavo tanto e ho mollato l’università".

Neanche questa seconda svolta lavorativa, però, è quella definitiva. Forse, è successo tutto troppo in fretta, forse lo stress le gioca un brutto scherzo: fatto sta che una mattina, senza alcun preavviso, Jasmine ha un attacco di panico. "Pensavo di morire, mi sono risvegliata al pronto soccorso, ma gli esami non hanno rilevato nulla". La spirale di insoddisfazione la porta a mollare tutto e andare a Miami: lì Jasmine riparte da zero e riesce a finanziare con i fondi europei per l’impresa femminile il suo progetto di piccole palestre smart per i tanti che "si iscrivono e poi, però, non ci vanno". Un’idea che ha battuto anche il Covid. Storefit, infatti, si è affermato grazie anche al servizio di delivery, nata durante il lockdown: "La palestra arriva a casa delle persone". Oggi, i centri fitness vanno a gonfie vele (quattro inaugurati, anche a Bologna, e tre presto si aggiungeranno a Modena, Rimini e Ferrara), ma Jasmine sa che, per chi arriva da un Paese straniero, le cose sono sempre più difficili. "Ho coronato il mio sogno, ma non bisogna mollare mai".

 

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