Bologna, bullizzata a 13 anni dalle amiche, pensa al suicidio. Tre a processo

Le coetanee devono rispondere di stalking. Mesi di soprusi con la vittima finita in ospedale. Il pm: "Gravi conseguenze emotive"

La ragazzina vittima è stata costretta a cambiare scuola per fuggire dalle bulle

La ragazzina vittima è stata costretta a cambiare scuola per fuggire dalle bulle

Bologna, 2 settembre 2022 - Sette mesi di soprusi, minacce, offese e la tua vita di tredicenne diventa un inferno. Ti vergogni, ti nascondi, ti chiedi perché tutto questo stia accadendo in uno dei momenti più belli, ma anche più difficili, della crescita: l’adolescenza. E allora ti rifugi dietro antidepressivi per non crollare definitivamente, chiedi aiuto ai medici, finisci in ospedale protetta dall’amore della mamma. Una vicenda tanto drammatica quando delicata, sulla quale però un punto fermo è stato messo con la Procura dei minori che dopo aver chiuso le indagini, ha chiesto il giudizio immediato per tre delle sette ragazzine coinvolte e inizialmente indagate. Non imputabili le restanti quattro perché sotto i 14 anni all’epoca dei fatti. Tutte – oggi hanno 15 e 16 anni – devono rispondere di stalking in concorso ai danni di una coetanea e si presenteranno davanti al giudice il 15 novembre con le difese (gli avvocati Gianluca Belluomini, Rita Nannetti e Mattia Maso) che all’atto della notifica dell’immediato hanno avanzato richiesta di rito abbreviato.

La denuncia

Bologna: il bubbone esplode alla fine di aprile 2021 quando l’allora tredicenne della città, che da settimane non mangia e quando lo fa vomita, continua a dire di odiare la scuola e pensa addirittura di farla finita, esplode davanti alla mamma in un pianto a dirotto. E sputa fuori tutto il pregresso. Ciò che racconta è una storia di soprusi dove lei è la preda di almeno sette coetanee. Scatta la denuncia, partono le indagini affidate al pm dei minori Simone Purgato. Ottobre 2020, terza media, iniziano le prese in giro inizialmente da parte di due compagne di classe. Gli sbeffeggi in un amen si trasformano in veri e propri insulti, poi le minacce "sia durante le lezioni, sia durante le pause". In classe, scrive il pm nella richiesta di immediato, "quando la tredicenne veniva chiamata per essere interrogata" le tre odierne imputate, con la collaborazione di altre, "in modo da essere sentite da lei, partivano con commenti quali ’ecco, ora tocca alla p...’, ’guarda quanto è ingrassata’".

La chat

L’incubo è appena agli albori, le aguzzine si moltiplicano e da due diventano sette con nomi e cognomi che presto finiscono sul tavolo di carabinieri e magistrato. Le chiamate anonime a casa della tredicenne si susseguono e chi telefona "utilizza un traduttore della voce". ’ Vengo davanti alla scuola e ti picchio ’, ’ti aspettiamo sotto casa’, ’sei una ... ’, sono alcune delle frasi. Tra la fine 2020 e l’inizio dello scorso anno, si legge ancora nell’atto, le ragazzine "creavano un gruppo WhatsApp" con un nome ingiurioso, "tramite il quale inviavano i video Tik Tok della vittima, con il suo volto ben in evidenza, e la insultavano con svariate frasi". In un’altra circostanza una delle imputate "la attendeva davanti al cancello della scuola, pronta a picchiarla; in un’altra occasione una ’collega’ fermandola per strada le diceva: ’sembri una z..., guarda lì’ ". Tutte, poi, sempre secondo le accuse, "facevano circolare con insistenza, non soltanto nell’ambito della scuola da loro frequentata", ma anche all’esterno tra "numerosi giovani", che la tredicenne sarebbe stata una poco di buono.

Il crollo

La situazione è precipitata, la minore non regge più, finisce in ospedale per un breve ricovero, cambia pure istituto scolastico. "A seguito e in conseguenza di tali reiterate azioni – sottolinea il pm Purgato – la ragazza subiva gravi conseguenze emotive, con attacchi di ansia, problemi di sonno e alimentari, timore nel recarsi a scuola e anche soltanto nell’uscire di casa". Chat, telefonate e messaggi diventeranno il cuore del processo. "Un processo che sarà molto delicato", dice uno dei difensori. La vittima sarà parte civile con l’avvocato Donata Malmusi.

 

 

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