C’è chi dice no? Ma per lui nessun timore

L’unico che probabilmente non l’ha presa sul serio deve essere stato proprio lui, il mister che non molla mai. C’è chi dice no? Non importa, Sinisa Mihajlovic sa di essere uno che unisce, ma che può anche dividere, uno abituato a stare sul ring dove si danno e si prendono. Dunque non si deve essere spaventato granché quando ha saputo che Amelia Frascaroli, indipendente alleata del Pd in maggioranza a Bologna, Emily Clancy di Coalizione civica e l’ex Cinquestelle Dora Palumbo, hanno votato contro la proposta di cittadinanza onoraria. Politicamente non certo corazzate, satelliti che legittimamente possono pensarla in modo diverso. In una città dove spesso l’ideologia, soprattutto in passato, ha distorto visioni della realtà, stavolta si è fatta una scelta giusta ed equilibrata. Dobbiamo giudicare il mister rossoblù per quello che ha fatto in campo col Bologna e fuori dal campo nella lotta, sua e per gli altri, contro la leucemia o per l’assist (con gol mancato) per Matteo Salvini (milanista) durante la corsa alle regionali di Lucia Borgonzoni? Nemmeno un dubbio sulla risposta, posto che Mihajlovic può appoggiare politicamente chi gli pare.

Il Pd ha dimostrato un atteggiamento responsabile, le opposizioni pure, sullo sfondo di una estesa e profonda sintonia con il mondo del volontariato e delle associazioni che sostengono la lotta contro la malattia. Il campionato più difficile del mondo di cui Sinisa è diventato testimonial attraverso l’Ail, l’associazione italiana contro le leucemie. La città vuole bene al mister per la sua vicenda personale, per aver messo a disposizione la sua figura di star del pallone verso i malati a cui ha dato forza e speranza al di là delle cure e per aver guidato con grinta il Bologna in un porto sicuro. La politica, o almeno la parte principale di essa, ha dimostrato buonsenso nel dare l’ok in modo trasversale. Da domani di nuovo divisi, ognuno per la propria strada, almeno per oggi tutti insieme in campo con Sinisa.