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Caffarra e padre Marella Una messa per ricordarli "Uniti nell’amore di Dio"
Nel giorno in cui la chiesa fa memoria del beato Olinto Marella, cade anche l’anniversario della scomparsa del cardinale Carlo Caffarra. Era il 6 settembre 2017 quando il centodiciannovesimo arcivescovo di Bologna si spense nel complesso di Villa Revedin, non vedendo così la conclusione del cammino che portò padre Marella ad essere considerato una delle anime a cui rivolgere le proprie intercessioni. "Questa coincidenza non deve stupirci – ha spiegato il cardinale Matteo Zuppi – perché la storia della chiesa è fatta di intrecci e solo se stiamo tutti insieme e ci stiamo tutti dentro possiamo considerarci veramente una comunità. A noi questo fatto ci suona strano perché non siamo abituati a pensarci insieme ma, al contrario, siamo abituati a consideraci soli e ad agire da soli, sentendoci spesso in contrapposizione con altri. Se, invece, pensassimo che sia Caffarra che Marella sono stati due testimoni diversi dell’amore di Dio, allora non ci sembrerebbe così strano perché entrambi hanno fatto parte della pienezza dell’amore che il padre ha per gli altri".
Padre Marella è stato una figura importante nel dopoguerra e il suo impegno per i poveri e per gli orfani ha portato i bolognesi a considerarlo beato, anche se questo riconoscimento arrivò solo nel 2020. "La fede si trasmette sempre attraverso le persone – a parlare è sempre l’arcivescovo – e nel suo caso lui ha testimoniato che la carità viene prima di tutto. Ha aperto la sua casa ai bambini e non ha stilato un programma per aiutarli, come faremmo oggi, ma si è tolto il cappello e ha iniziato a chiedere l’elemosina per loro. Quando c’è una urgenza non c’è tempo per aspettare, ma bisogna fare come lui: chiedere non per sé, ma per chi è in difficoltà. La carità supera tutti i programmi". Il ricordo del cardinale Caffarra è invece affidato ad una serie di scritti che il porporato ha utilizzato nelle più svariate occasioni. "In particolare quelli relativi al suo settantesimo compleanno – ha concluso Zuppi – perché anche io mi sto avvicinando a questa soglia. Mi ha sorpreso come non guardasse solo al futuro, ma avesse fatto una rilettura del suo passato trasformando in preghiera quelli che sono stati i momenti più difficili del suo ministero".
Massimo Selleri