
Nella prossima seduta sarà analizzato nel merito il ricorso di Area Blu. Pur dando ragione al vecchio gestore, il Tar non ha sospeso il contratto.
Al via il secondo tempo della delicatissima partita che si gioca sulle sorti del Caffè della Rocca. Dopo che Area Blu ha impugnato la sentenza attraverso la quale il Tar ha annullato il bando per l’affidamento del locale, che ormai un anno fa ne ha comportato il cambio di gestione, ieri mattina c’è stata la prima udienza davanti al Consiglio di Stato. Fissata una nuova seduta il 10 giugno, quando la questione verrà esaminata nel merito. Un pronunciamento definitivo è atteso a luglio. Nel frattempo, il Caffè della Rocca resterà aperto.
Come già emerso nelle scorse settimane, infatti, pur accogliendo il ricorso dello storico gestore del locale, Lorenzo Sabbioni, e annullando dunque il bando dal quale Sabbioni era uscito sconfitto a vantaggio di Emanuele Brusaferri, attuale timoniere del Caffè della Rocca, il Tar non ha preso provvedimenti sul contratto in essere. E la situazione resta dunque congelata in attesa della decisione del Consiglio di Stato.
In particolare, i giudici amministrativi di primo grado, pur ritenendo inammissibile la contestazione delle scelte assunte nel bando in relazione alla valutazione dell’offerta tecnica ed economica, hanno accolto il ricorso nella parte relativa ai requisiti morali. "Non ci riconosciamo in quella sentenza", aveva spiegato a gennaio il sindaco Marco Panieri intervenendo in apertura della seduta di commissione Bilancio convocata (su richiesta dell’opposizione) per fare luce sul pronunciamento del Tar. "Le sentenze si rispettano, ma possono non essere condivise – erano state invece parole di Emanuele Rocchi, direttore generale di Area Blu, società in house del Comune che ha redatto il bando per conto del Municipio –. Ritenendo di aver agito in maniera trasparente, abbiamo deciso di impugnare la sentenza per far valere le nostre ragioni".
All’avvocato Giovanni Delucca, che ha assistito Area Blu al Tar e lo sta facendo anche davanti al Consiglio di Stato, il compito di ricostruire nella commissione consiliare di ormai oltre un mese fa l’operato della società. In estrema sintesi, nel bando era stata prevista la verifica di otto requisiti morali, ma non quelli relativi al rispetto degli obblighi relativi al pagamento di tasse e imposte e delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro, in quanto ritenuti da Area Blu non applicabili al caso in questione.
"Si tratta di due requisiti centrali, che però sono un elemento importante rispetto alla tipologia del contratto che andiamo a sottoscrivere – aveva assicurato Delucca –. La valutazione che è stata fatta, giusta o sbagliata che fosse, rispondeva a un certo tipo di ragionamento". E cioè: "Ti chiedo otto cose perché mi interessano: che tu non sia condannato, fallito o drogato; non ti chiedo delle tasse, perché sei tu che dai dei soldi a me e non viceversa, e non ti chiedo del lavoro perché tu non lavori per me, ma per i fatti tuoi".
Come già accennato, il Tar, pur ritenendo inammissibile la contestazione delle scelte assunte nel bando in relazione alla valutazione dell’offerta tecnica ed economica, ha accolto il ricorso nella parte relativa ai requisiti morali, senza tuttavia annullare il contratto in essere tra Area Blu e Brusaferri. "Siamo di fronte a una sentenza che non soddisfa nessuna delle parti – aveva allargato le braccia Delucca –. Il Tar lascia in piedi la gestione in corso, ma ha annullato il bando e ci dice di rifare la gara. Impostare una nuova procedura con le buste aperte però non è una cosa banale".