di Rosalba
Carbutti
L’Emilia locomotiva d’Italia non è solo uno slogan. "Sono i numeri a dimostrarlo. Se il Paese ha fatto bene, noi abbiamo fatto meglio degli altri", dice Valter Caiumi, presidente di Confindustria Emilia (l’associazione delle aziende di Bologna, Modena e Ferrara) alla consueta assemblea pubblica che apre ’Farete’, la kermesse – vetrina delle imprese del nostro territorio, arrivata alla decima edizione – in Fiera fino a domani.
LE NOSTRE IMPRESE
Di fronte a una platea di imprenditori, autorità e istituzioni, il numero uno degli industriali emiliani parla di ’orgoglio’ e "del ruolo chiave della nostra manifattura", la specificità delle piccole e medie imprese, "la forza dell’export, visto che la nostra regione ha nel mercato del mondo più del 50 per cento dei clienti". Resta un limite alla produttività: "La dimensione delle nostre imprese", ammette Caiumi. La spinta di Confindustria Emilia è proprio verso un’aggregazione tra aziende per affrontare le sfide che ci attendono". Sfide che, dalla ricostruzione post-alluvione al taglio delle stime del Pil, fino alla ricerca di personale e nuove competenze possono avere effetti sul nostro territorio. Caiumi spazia dal contesto internazionale al modello Emilia. E dal modello Emilia alla nostra città, il passo è breve.
NODO ALLOGGI
"Bologna, parlando di attrattività, ha avuto negli ultimi dodici mesi importanti riconoscimenti", dice Caiumi, citando alcune eccellenze, dal Tecnopolo alla Università Onu. Ma, proprio per queste eccellenze, "tanti docenti e ricercatori arriveranno da tutto il mondo". Il presidente di Confindustria Emilia, quindi, si rivolge al sindaco, Matteo Lepore (in prima fila) e al primo cittadino di Modena Gian Carlo Muzzarelli "chiedendo un’accelerazione sul riuso della aree dismesse", così da ricavare "nuovi spazi abitativi", ricordando la difficoltà a trovare alloggi per studenti e lavoratori.
IL MARCONI
Caiumi sferza anche l’Aeroporto affinché si facciano "investimenti rapidi". Una sollecitazione che il numero uno degli industriali fa dal 2019 – come ricorda dal palco – tant’è che punge i vertici ricordando che non avrebbe pensato che le "criticità si accentuassero in un tempo così breve". La richiesta – che rinnova – è chiara: "Serve un cambio di visione per dare velocità agli investimenti". Sollecitazione ripetuta anche per l’Interporto. Prima di passare la parola al presidente nazionale di Confindustria Carlo Bonomi, a margine, fa cenno al salario minimo, tema su cui in linea di massima si dice favorevole, ricordando, però, come "i nostri associati abbiano contratti a carattere nazionale e aziendale di primo e secondo livello con salari che superano queste soglie minime". Infine cita il taglio del cuneo fiscale, "fondamentale per garantire l’attrattività del nostro Paese".
Da qui, Bonomi fa appello alla politica "che deve sostenere la manifattura". Perché "senza manifattura non c’è Italia e non c’è l’Europa".