Calcioscommesse, "tutto nacque e si decise a Bologna"

I perché dello spostamento del processo da Cremona al capoluogo emiliano

Beppe Signori ai tempi della sua permanenza nel Bologna F. C.  (Ansa)

Beppe Signori ai tempi della sua permanenza nel Bologna F. C. (Ansa)

Bologna, 14 giugno 2017 – Tutto si decise e partì da Bologa. Anzi, il cosiddetto ‘gruppo dei bolognesi’ fu il primo a entrare in attività, anni prima che la rete si allargasse. Eccolo qui, in sintesi, il perché il tribunale di Cremona ha disposto il trasferimento del cuore del processo sul calcioscommesse a Bologna.

Nella sentenza con cui i giudici lombardi motivano la decisione, presa a inizio aprile, sulla propria incompetenza territoriale si sottolinea come le due associazioni la prima vede tra gli imputati Beppe Signori, Cristiano Doni e Stefano Bettarini, nella seconda c’è l’ex capitano della Lazio Stefano Mauri – sono “fortemente interconnesse”, tanto da stabilire un’unica struttura. Secondo i giudici, pur riconoscendosi dalle imputazioni diversi gruppi attivi in Italia e all’estero, ci sono una serie di elementi “seriamente significativi per identificare con precisione il luogo di programmazione e ideazione” del calcioscommesse.

Cioè Bologna, perché il cosiddetto gruppo dei Bolognesi (o gruppo di Signori) era esistente fin dagli anni 2000: “Fin dal 2007 riceveva finanziamenti dai ‘Singaporiani’ e già nei primi mesi del 2008” possedeva mezzi e risorse necessari per alterare una partita del campionato italiano». E di quel ‘tariffario’ le carte danno ampiamente conto.

I ‘bolognesi’ emergono dunque come il gruppo egemone, attivo quando gli altri ancora non esistevano. Inoltre, “che il luogo di effettiva operatività della struttura associativa già ampiamente attiva gravitasse nel capoluogo emiliano è corroborato dagli incontri avvenuti a febbraio e marzo 2011 nello studio dei commercialisti Bruni e Giannone (i due hanno patteggiato, ndr) e dalla circostanza che, da quel momento in poi, in quel luogo avvenivano incontri per la pianificazione delle partite e delle scommesse”.

L’incontro del 15 marzo fu quello con Erodiani e Bellavista, presente Signori, in cui furono gettate le basi per una “proficua collaborazione” tra due gruppi “suggellata in modo concreto e dettagliato con la predisposizione del tariffario della manipolazione”.

Molto soddisfatti della sentenza gli avvocati Lorenzo Tomassini, Maria Grazia Tufariello e Daniele Benfenati, difensori di due imputati. “Abbiamo sempre sostenuto - hanno detto - che già nello stesso capo di imputazione il pm aveva tutti gli strumenti per negare la competenza di Cremona, che invece ha affermato per difendere la scelta di trattenere presso di sé e invece tutti gli elementi dicevano che la competenza era di Bologna”.

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