Campi Aperti, scontro col Comune "Le nuove regole ci danneggiano"

I coltivatori dicono no al pagamento degli spazi a ore. L’amministrazione: "Al massimo sconti del 50%"

’Campi aperti’ scende in piazza Nettuno contro il nuovo regolamento sui mercati contadini. Secondo la presidentessa dell’associazione, Elisa Mattioli, l’interesse da parte del Comune è solo una "facciata" e la nuova norma "aumenta le spese di gestione dei mercati contadini e fissa paletti che invece di incentivarne la nascita rischiano di minarne l’esistenza".

Ieri i rappresentanti si sono riuniti di fronte al Comune per un ‘pranzo’ di protesta, al quale si sono poi uniti anche i consiglieri che hanno firmato il nuovo regolamento, cioè Simona Larghetti e Detjon Begaj di Coalizione civica, Mery De Martino del Pd e Giacomo Tarsitano dalla lista Lepore sindaco, per ascoltare le richieste degli agricoltori.

"Il nostro è un modello alternativo a quello della grande distribuzione – racconta Mattioli –. Operiamo attraverso l’economia circolare e per noi pagare gli spazi a ore piuttosto che per giornata, per tavoli e per stand, è insostenibile". La consigliera Simona Larghetti ha spiegato come "i costi per gli spazi pubblici per Campi aperti siano molto minori rispetto a quelli dei locali con i dehors. La città si rende conto che i mercati contadini seguono un modello innovativo e intende adattare il regolamento attraverso il dialogo".

Intrevenuti anche gli assessori Luisa Guidone (Commercio) e Daniele Ara (Agricoltura). Alla richiesta dei produttori di azzerare il canone di occupazione del suolo pubblico, "abbiamo fatto riunioni anche con l’assessora al Bilancio, Roberta Li Calzi – riferisce Guidone – e per quest’anno siamo nelle condizioni di mantenere lo sconto del 50%", ma non oltre. "Negli scorsi anni ci sono stati sconti dovuti al Covid – ricorda Guidone – che hanno portato forse a non rendersi conto di quale fosse il calcolo esatto delle tasse". Il nuovo regolamento "è frutto di un percorso fatto di incontri con tutti i soggetti che organizzano i mercati – aggiunge Ara – e nasce da un’idea di coprogettazione". Ciò nonostante, siccome alcuni comuni della provincia hanno introdotto norme più agevoli per i mercati bio, Mattioli non ha nascosto le proprie intenzioni di abbandonare le Due Torri in caso di mancato accordo con Palazzo D’Accursio.

Nicola Maria Servillo

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