Campi nomadi Bologna, giro di vite per ospiti e bollette

Cambia il regolamento: niente più nuovi ingressi e utenze a carico della famiglie

Una manifestazione per i diritti di Sinti e Rom

Una manifestazione per i diritti di Sinti e Rom

Bologna, 15 luglio 2019 – Le aree sosta vanno superate, il capo famiglia deve rimborsare al Comune le quote per le bollette e pagare direttamente le utenze intestate e, le stesse aree sosta, saranno praticamente ‘sigillate’ all’esterno: possono stare dentro solo le persone che già ci abitano, sono vietati i nuovi ingressi.

Sono tre delle principali novità contenute nel nuovo regolamento per le aree sosta sinte varato dal Comune.

Una delibera di consiglio, proposta dalla Giunta, che non ha ancora fatto il suo passaggio in commissione, ma che lo farà a breve, per poi passare per l’approvazione in aula, riscrivendo completamente il regolamento precedente.

Si tratta di un passo in avanti, sicuramente, per quanto riguarda il controllo del pagamento del dovuto e il monitoraggio di tutto quello che accade all’interno delle aree.

Manca ancora però una previsione delle sanzioni per le inadempienze, un inserimento previsto che farà la Giunta prossimamente.

Detto questo la delibera su come dovranno essere gestite le aree sosta – sono tre, Persicetana, Dozza e Erbosa – è chiarissima.

«Considerata la necessità di superare le ‘Aree Sosta’, si stabilisce che hanno diritto a permanere al loro interno soltanto le persone effettivamente già presenti – recita la delibera –. Non è pertanto consentito l’accesso e la permanenza in via definitiva a nuovi nuclei famigliari, anche unipersonali, fatti salvi i nuovi nati all’interno dei nuclei famigliari già presenti». Sono fatti salvi anche gli ospiti temporanei espressamente indicati e c’è la stretta anche sui matrimoni. «L’ampliamento del nucleo famigliare per matrimonio di uno dei suoi componenti potrà essere autorizzato in relazione alla capienza dalla situazione complessiva dell’Area Sosta».

La gestione secondo il nuovo regolamento sarà tutta in capo all’Asp. «Spetta ad Asp–Città di Bologna assicurare agli abitanti delle Aree Sosta servizi ed interventi educativi e di accompagnamento all’inclusione sociale ed alla transizione abitativa», si specifica nel testo. Poi il passaggio sulle bollette, cruciale. «La persona autorizzata deve corrispondere una quota di contribuzione a rimborso delle spese sostenute dal Comune per le utenze, e provvedere al pagamento delle utenze che risultano direttamente intestate agli utilizzatori».

Infine l’obbligo scolastico dei minori, «elemento essenziale che sarà attentamente monitorato dai servizi», e il lavoro della Polizia Locale, che assicura «attività di monitoraggio e controllo». Secondo Galeazzo Bignami, deputato e coordinatore regionale di Forza talia, «ormai è appurato che il Pd voglia cittadini di serie A e di serie B. La scelta non chiudere i campi, ma di procrastinare la situazione esistente è chiara ed evidente. Avrebbero avuto l’occasione per arrivare alla definitiva chiusura dei campi con questo regolamento, anche non immediata, ma almeno nel breve periodo invece hanno scelto altro».

Critico anche il consigliere comunale forzista Francesco Sassone: «L’aver previsto verifiche quinquennali sui  progetti d’integrazione delle famiglie rom certifica che la giunta non li vuole chiudere. Evidentemente, l’attuale situazione va bene così. Gli aspetti più importanti della gestione delle aree vengono demandati a una futura decisione delle giunta, questa delibera è priva di contenuti».

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