Bologna, il cane Amelie va all'asilo. La meraviglia dei bambini

Inserito in un percorso di pet therapy. "I piccoli imparano a rispettare chi è diverso da loro. E si divertono"

Incontro ravvicinato tra il golden retriever e una bimba (Schicchi)

Incontro ravvicinato tra il golden retriever e una bimba (Schicchi)

Bologna, 17 febbraio 2017 - ‘Stella stellina la notte si avvicina’: è un dolce sussurro la ninnananna cantata per Amelie dai suoi piccoli compagni. Amelie si lascia cullare, circondata dai nuovi amichetti, piccolini dai 2 ai 5 anni, che l’accarezzano, la coccolano, le si ‘strafugnano’ addosso. Lei placida, anche se è una bionda tutto pepe con un bel fazzolettone a pois al collo, li lascia fare. Per un’ora hanno giocato, corso (Gabriele: «E dai, ridammi la palla»). I cuccioli di uomo si sono fatti annusare («No la coda non si tira», scandiscono con il ditino), dando anche da mangiare a quella strana amica tutta pelosa che cammina su quattro zampe, si fa spazzolare e persino lavare il nasone. E che Roberto porta in giro al guinzaglio, mentre l’intimorita Lucrezia (dimensione: la metà di Amelie) la accarezza sul sederone.

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Già perché Amelie è uno splendido golden retriver di due anni, con un fratellone di quattro e mezzo di nome Boris, che, dopo una laurea e un master in pet education e pet theraphy, accompagnata dalla sua mamma umana, Vanessa De Angelis (con un background di educatrice sociale), ha fatto il suo debutto al nido Balù di viale della Repubblica. Una grande entrée preceduta da tre incontri in cui il suo fratellone Boris, anche lui super laureato, le ha spianato la strada, insegnando ai bimbetti come ci si rapporta con un animale. Con Boris e Amelie si cresce, ci si responsabilizza, si impara a rispettare l’altro, animali inclusi. «E l’evoluzione di questi bimbi nel corso degli incontri è più che evidente», osservano la coordinatrice del nido, Elisa e la responsabile della formazione del gruppo Ancora, Rita Lorenzutti.

Gestito dal gruppo Ancora, il nido è affiancato da una materna (il primo convenzionato con il Comune, la seconda parificata) così da creare un polo dell’infanzia in zona Fiera. Varcare quel cancellone marrone su cui campeggia un maxi Balù, significa entrare in un mondo in cui fioccano progetti che qualificano un attento lavoro didattico-pedagogico. Dove, ad esempio, si spinge molto sull’outdoor education tanto che l’obiettivo, rivela Simonetta Botti, responsabile Area educativa del Gruppo, è di tagliare il traguardo della «plastica zero», insegnando ai bambini a riciclare i materiali oppure a utilizzare quelli naturali. Questo perché al Balù, «i bambini sono lasciati liberi di esplorare, ascoltare e sperimentare, magari costruendo piccole avventure» sempre in un ambiente stra-protetto.

Boris e Amelie si inseriscono in questo percorso che le educatrici del Balù hanno preparato, incontrando i genitori anche alla presenza di Vanessa che ha illustratato le finalità della pet therapy e le aree su cui si interveniva. «Questo progetto – spiega Lorenzutti -, da un lato, voleva dare un’opportunità ai bambini e, dall’altro, mettere le educatrici nelle condizioni di vedere concretizzarsi un lavoro ‘teorico’». Insomma un’esperienza per grandi e piccoli. In questo modo, racconta Lorenzutti, i bambini «imparano a relazionarsi con l’animale, a rispettarlo. Ad esempio, all’inizio gli abbiamo insegnato che per conoscerli, Boris o Amelie li avrebbero annusati oppure che non avrebbero mai dovuto tirare la coda ai due cani». Un grande affiatamento quello con Boris e Amelie che, ai cuccioli di uomo, ricorda Vanessa «insegnano come gli animali non giudicano, non rifiutano, ma si dedicano ai loro amici».  

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