Cane ucciso durante l’aggressione a Bologna, "azione brutale e ingiustificata"

La precisazione degli avvocati della proprietaria dell’animale: "L’uomo ferito medicato solo con garze e cerotti"

Il cane ucciso con una fucilata a Bologna

Il cane ucciso con una fucilata a Bologna

Medicina (Bologna), 26 luglio 2022 - La proprietaria dei cani che l’altro giorno a Villa Fontana, dopo essere fuggiti dal recinto, hanno aggredito ferendolo il vicino di casa, tanto da far intervenire il figlio di quest’ultimo che ha imbracciato il fucile e sparato provocando la morte di uno degli animali, intende chiarire la vicenda per voce dei suoi avvocati Francesca Capodagli e Rita Ronchi.

"Innanzitutto - scrivono i legali - i cani non sono di razza pitbull, bensì, cuccioloni di American Staffordshire, noti alla comunità per essere mansueti e docili, rispettivamente di 18 mesi, la femmina colpita dall’arma da fuoco e di tre anni il maschio, salvatosi scappando dai colpi di fucile, che sarebbero stati almeno due".

I legali puntualizzano: "La femmina, pesava solo 25 chilogrammi e il colpo al collo, esploso dal fucile caricato con munizioni per grossi ungulati, è stato letale e sparato frontalmente per uccidere, certamente non per dissuadere o per fermare alcuna aggressione. I cani - sostengono inoltre - sono stati oggetto di una brutale ed ingiustificata aggressione armata, eccedente senz’altro la necessità di tutela, avendo la proprietaria di fatto avuto modo di raccogliere materiale documentale, che verrà posto in mano agli inquirenti, dal quale risulta che il presunto aggredito sia stato immediatamente dimesso dal pronto soccorso, con lesioni non compatibili con la supposta aggressione denunciata e con la gravità descritta della stessa, evidenziando, di fatto, solo lievi ferite medicate con semplici cerotti e garze, verosimilmente occorse al signore quando ha tentato di togliere la gallina dalla bocca di uno dei due cani, inserendo in maniera imprudente le mani nel mezzo della baruffa ed avvicinandosi col viso agli animali, spaventandoli, provocando così una loro reazione istintiva ed involontaria, detta rediretta, rimanendo anche graffiato. Si esclude fermamente che alcuno dei due cani lo abbia morso al viso come riferito ai giornali, altrimenti, l’uomo sarebbe stato gravemente sfigurato e non di certo curato con un semplice piccolo cerotto sulla guancia.

È bene infine ricordare - continuano - che l’uccisione di animali è un reato procedibile d’ufficio, previsto dall’art. 544 bis del codice penale per l’accertamento del quale la nostra assistita ha sporto querela, al fine di ottenere giustizia per la sua cucciola, costituirsi parte civile e partecipare collaborando con gli inquirenti al fine di ricostruire la dinamica in maniera corretta".

 

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