Bologna, 29 agosto 2024 – Braccio di ferro sulla linea ferroviaria Bologna-Portomaggiore. Dopo le indiscrezioni del ’Carlino’ sul rischio ritardi conseguenti a extra-costi dell’opera, la situazione del cantierone dell’ex Veneta che sta avendo un impatto importante sulla zona della Cirenaica (con chiusura di via Libia, incrocio via Scipione del Ferro, dal 24 giugno) rischia di complicarsi.
A mettere nero su bianco la querelle è ’Rete costruzioni ferroviarie’, capogruppo dell’Associazione temporanea di imprese che deve eseguire i lavori della linea ferroviaria, che lo scorso venerdì (23 agosto) ha inviato una pec (posta elettronica certificata, ndr ) a Fer – Ferrovie Emilia-Romagna srl che deve realizzare l’intervento. Intervento finanziato con 76 milioni di euro tra risorse statali, regionali e comunali e che prevede l’interramento della linea che impegna la zona San Vitale-Rimesse e via Larga.
Nella pec, l’azienda fa sapere che "in assenza della validazione generale del progetto esecutivo, ci si trova nell’oggettiva impossibilità di procedere a ulteriori lavorazioni rispetto a quelle già in corso". Il nodo, viene scritto, sono i ritardi nei tempi della validazione del progetto esecutivo. Un passaggio fondamentale visto che permette di definire i costi economici del progetto (aggiornando eventuali crescite di prezzo). Per la ditta, quindi, "senza tale validazione della parte economica" il rischio è "un’esposizione finanziaria non più tollerabile". Da qui, lo stop di nuovi cantieri.
Fer, dalla sua, non sta a guardare. E, a stretto giro, replica sottolineando tutti i vari passaggi in corso, tra analisi dei documenti e incontri ad hoc con la società esterna (Conteco spa), preposta a verificare la documentazione per poi procedere alla validazione finale. Da quello che emerge, però, secondo Fer ci sarebbero state delle mancanze di documenti e ’non conformità’ relative alle carte economiche da parte della ditta che deve fare i lavori, sottolineando che la validazione finale potrà avvenire "solo a conclusione della verifica degli ultimi elaborati recentemente consegnati".
Non solo. Fer ha anche fatto una ricognizione dei cantieri e, sul suo sito, ha da poco pubblicato l’aggiornamento dello stato dei lavori, specificando che "durante il periodo estivo sono state eseguite le opere provvisionali e gran parte dei diaframmi nella zona Ponte Bentivogli - Via Libia - Via Scipione dal Ferro". In più, è stato annunciato che "nei prossimi giorni le attività proseguiranno con le opere propedeutiche allo spostamento dei sottoservizi", indicando anche gli altri interventi in via Bonaventura Cavalieri e nella tratta di Via Cellini e "il rinterro in corrispondenza del giardino Biavati e via Scandellara".
La nota di Fer, però, non rassicura il capogruppo della Lega, Matteo Di Benedetto, preocuppato di un eventuale stop dei lavori. "È un dubbio che sorge, visto che nessuno ha risposto alle domande poste alcune setimane fa sui possibili extracosti – stimati fra 5 e 8 milioni euro. In più la pec inviata dalla società che sta eseguendo i lavori a Fer non ci fa dormire sonni tranquilli", tuona l’esponente del Carroccio. Tra le criticità, sottolinea Di Benedetto, c’è il fatto che "il progetto consegnato nell’ottobre del 2023 dalle aziende che devono portare avanti i lavori, ancora oggi non è stato validato e non ha trovato conferma sulla componente economica. Per questo, se non ci saranno chiarimenti, chiameremo Fer, il Comune e la Regione a rispondere di questo in un’udienza conoscitiva". Obiettivo: chiedere chiarezza sui fondi. E capire se i lavori – che dovrebbero terminare entro inizio 2026 – saranno in linea con la tabella di marcia.