Aeroporto, caos parcheggi e rotonda bloccata. Il video

La sosta gratis ‘Kiss & Fly’ dura solo dieci minuti così molti automobilisti si fermano nella rotatoria di accesso bloccando il traffico

Auto incolonnate all’ingresso dell’aeroporto

Auto incolonnate all’ingresso dell’aeroporto

Bologna, 26 giugno 2016 - La solitudine di un cartello. Si staglia in alto, sulla rotonda dell’aeroporto. Spiega agli automobilisti, a caratteri cubitali, che si può entrare nei parcheggi P1, P2 ed Express premium e caricare o scaricare passeggeri e bagagli, poi uscire gratis per i primi 10 minuti.

Eppure sotto al cartello c’è la solita baraonda di auto ferme con le quattro frecce. Tutti in divieto di sosta, con la viabilità che va a singhiozzo, i clacson che impazziscono, gli ingressi ostruiti e la fila che cresce a ondate. Sabato mattina. Le auto ferme sono, in tutto, 24. Il traffico va a rilento (VIDEO).

Un automobilista urla dal finestrino: «Ci sono i parcheggi, ignoranti!». Certo che ci sono. Ma se i primi 10 minuti sono gratis, dall’undicesimo costano 3,50 euro. Così è nata l’abitudine della rotonda. Due ragazzi parcheggiano a ridosso dell’ingresso P2. Uno resta a fare il palo, l’altro entra ad aspettare i loro amici. Una famiglia al completo di nonna e bambini ha appena riabbracciato i parenti arrivati. La portiera è aperta. Le auto stentano a passare.

Più in là il pullmino di un tour operator si piazza giusto a ridosso dell’uscita del parcheggio. Scendono dieci, quindici turisti intorpiditi, l’autista scarica i loro trolley con lentezza, incurante dei clacson e le chicane delle auto in uscita. Fa caldo. La maggior parte delle auto hanno il motore acceso, per via dell’aria condizionata. Chi ha lasciato la macchina, la monitora dal centro della rotonda, dove una piccola folla chiacchiera al fresco degli alberi.

«Il Kiss&fly? E cos’è?», cade dalle nuvole il primo. Il suo vicino di aiuola invece lo conosce bene, ma non lo usa lo stesso. Si chiama Giovanni, viene da Bologna. Ha le idee chiare: «Punto primo – argomenta –: non si capisce mai da dove si entra. Punto secondo: mia figlia è appena atterrata. Io sono arrivato da 5 minuti. A lei ne serviranno almeno altri 10 per aspettare i bagagli e uscire: mi dice a chi bastano i 10 minuti di sosta gratuita?. Punto terzo: perché 15 minuti devono costare quanto un’ora?». Così preferisce starsene lì, e rischiare.

La municipale, che ha un ufficio in aeroporto, durante la settimana passa spesso. E multa i divieti di sosta. Giovanni alza le spalle: «Se mi fermano pago, chiaro, sono in difetto. Ma andrà bene». Nel frattempo è iniziato un fuggi fuggi. Dalla rotonda tutti convergono verso le macchine, le auto già accese si spostano di un metro, fingendo di essere in marcia. Sulla scena è comparso un carro attrezzi. Poi l’addetto scende, e alza la voce: «Chi ci ha chiamati per una Citroen in panne?» Tutto ok, allarme rientrato. Giovanni torna al fresco della rotonda.

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