
Sono iniziate nei giorni scorsi le operazioni peritali su Giovanni Padovani, l’ex calciatore di 27 anni accusato dell’omicidio di Alessandra Matteuzzi, 56, il 23 agosto dell’anno scorso. La donna venne uccisa a martellate, calci, pugni e colpi di panchina davanti al portone di casa sua, in via dell’Arcoveggio. Nei mesi scorsi, i periti nominati dalla Corte, presieduta dal giudice Domenico Pasquariello, cioè lo psichiatra Pietro Pietrini e il neuropsicologo Giuseppe Sartori, con l’ausilio della psicologa ed esperta di test psicometrici, Cristina Scarpazza, hanno ricevuto l’incarico per svolgere la seconda perizia su Padovani, difeso dall’avvocato Gabriele Bordoni. Quest’ultima, i cui test sono iniziati nei giorni scorsi alla presenza anche dei consulenti nominati da difesa e parti civili (con gli avvocati Chiara Rinaldi e Antonio Petroncini), dovrà stabilire se Padovani all’epoca dei fatti fosse affetto da patologie psichiche tali da inficiarne la capacità di intendere e di volere. Se la risposta sarà positiva, dovranno stabilire anche se sia "socialmente pericoloso". Oltre ai test, verranno eseguiti anche altri accertamenti di tipo genetico sull’imputato. Intanto, secondo il consulente nominato dalla difesa, professor Alessandro Meluzzi, il quadro psichiatrico di Padovani rappresenta "una grave minaccia" per la sua vita, in quanto l’ex calciatore mette in atto comportamenti autolesivi. Lo psichiatra sostiene quindi che tali comportamenti non siano simulati ma anzi che rappresentino una "manifestazione clinica gravissima".
