Bologna, "Il Comune abbatte la Capannina? E io chiedo 4 milioni di danni"

La richiesta del patron della discoteca Pazzaglia al Comune. Pronto l’ennesimo ricorso al Tar

Il patron della Capannina Paolo Pazzaglia

Il patron della Capannina Paolo Pazzaglia

Bologna, 2 novembre 2018 - La richiesta è chiara quanto semplice: se la Capannina sarà demolita, i danni che la società di Paolo Pazzaglia chiederà al Comune saranno almeno 4,1 milioni di euro. Un po’ meno semplice è come si sia arrivati a questa pretesa, già contenuta in un atto di significazione – preludio alla causa civile – notificata al sindaco e datata 8 ottobre. Due giorni prima, quindi, del parere di conformità paesaggistica rilasciato dalla Soprintedenza e poi annullato in autotutela il 30. Insomma, una richiesta danni al di là del contenzioso ancora pendente al Tar (uno per il diniego al condono e l’altro per l’ordine di demolizione) che a breve si arricchirà di un ulteriore tassello: il ricorso contro la marcia indietro dei Beni culturali arrivata in settimana.

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Per i legali dell’imprenditore e storico patron della discoteca sui Colli c’è un unico responsabile di questo pasticciaccio urbanistico: il Comune. Perché dopo la richiesta di condono edilizio per la discoteca del 1985, il Comune lo concesse nel 1995 con tanto di autorizzazione paesaggistica. Un’autorizzazione che, però, non era sufficientemente motivata sul perché il Comune ritenesse compatibile l’immobile con il vincolo paesaggistico sui Colli dal 1955. Il dettaglio non sfuggì alla Soprintendenza che sempre del 1995 annullò l’ok del Comune, aprendo la strada al contenzioso al Tar che si è chiuso nel 2016 con la sconfitta di Pazzaglia.

«Se solo l’autorità comunale avesse adempiuto alla propria funzione secondo legge e con la digilenza necessaria, il provvedimento non sarebbe mai stato annullato», è la tesi sostenuta dai legali dell’imprenditore che tacciano l’amministrazione di «incuria e superficialità». Una tesi secondo la quale, dopo la sconfitta del 2016, i legali hanno chiesto al Comune di metterci una ‘pezza’. Come? Semplicemente colmando proprio la falla rilevata dai giudici amministrativi: motivare quel condono che il Comune stesso aveva approvato. Insomma, proprio quella motivazione che qualche giorno fa la Soprintendente aveva espresso (immobile in buona parte interrato e coperto alla vista da alberi), poi annullandola perché emessa dopo un giudicato definitivo del Consiglio di Stato.

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Ma quanto vale la Capannina? Tanto, stando alla perizia del proprietario che solo di Ici/Imu paga 28.200 euro all’anno e il cui immobile, con area verde collinare annessa, vale sul mercato 2 milioni di euro. L’attività della discoteca rende circa 200mila euro all’anno, con circa 1.125 presenze medie a serata.

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