Capannina Bologna, la demolizione ‘slitta’ a luglio

Il Consiglio di Stato accoglie uno dei ricorsi (l’altro è stato bocciato dal Tar) e rinvia l’ultima decisione alla prossima estate

La Capannina, discoteca sui colli, da anni al centro di una battaglia legale

La Capannina, discoteca sui colli, da anni al centro di una battaglia legale

Bologna, 11 febbraio 2020 - La battaglia legale fra Paolo Pazzaglia, proprietario della Capannina, e il Comune per vecchi abusi edilizi, verrà definitivamente risolta nell’udienza davanti al Consiglio di Stato del prossimo 16 luglio. In quella data, infatti, verranno con tutta probabilità unificati i tre ricorsi in essere per i quali, proprio in questi giorni, sono arrivate tre distinte pronunce. Una del Tar, che ha bocciato il ricorso (il 418 del 2016) della società Giulia srl, che possiede la discoteca, e due accolti dal Consiglio di Stato (il 10593 del 2018 e il 10287 del 2019) ma con rinvio per la trattazione del merito all’udienza della prossima estate.  

Un po’ d’ordine. La Capannina è da decenni al centro di una vicenda legata a degli abusi edilizi, per i quali nel 1979 fu emessa dal Comune un’ordinanza di demolizione. Lo storico locale sui colli ottenne poi la concessione edilizia in sanatoria dall’amministrazione il 13 gennaio 1995, ma nel luglio dello stesso anno la Soprintendenza negò l’autorizzazione paesaggistica.

Da lì è partita una guerra legale tra sentenze e impugnazioni, spalmati in tre distinti ricorsi. Il primo e più vecchio, che ha visto alla fine di gennaio la decisione del Tar in merito all’impugnazione degli avvocati della ‘Giulia’ contro il rifiuto del Comune di pronunciarsi nuovamente sull’istanza di concessione in sanatoria. Impugnazione che per il Tar "non è inammissibile", ma da respingere in quanto "palesemente infondata", motivo per cui la società è stata condannata anche a pagare le spese di giudizio al Comune e al ministero.

Sentenza che gli avvocati Federico Gualandi e Francesca Minotti appelleranno davanti al Consiglio di Stato e ne chiederanno l’unificazione con gli altri due ricorsi. Quelli, cioè, sull’ordine di demolizione e sulla Soprintendenza che prima aveva espresso il parere favorevole sul vincolo paesaggistico, ampiamente motivato, per poi annullarlo in autotutela appena 20 giorni dopo. Il 6 febbraio, il Consiglio di Stato ha accolto l’istanza cautelare (per la querelle con la Soprintendenza) e, per l’effetto, ha sospeso l’esecutività della sentenza impugnata.

Rinviando, infine, per la trattazione del merito all’udienza del 16 luglio. In quella sede confluirà anche il ‘nodo’ demolizione e, con tutta probabilità, anche la terza battaglia. "Non si tratta di un ecomostro, – ha sempre spiegato il patron Paolo Pazzaglia – ma di una bella villa, semi nascosta tra il pendio della collina e gli alberi, che è lì ormai da 50 anni. E che ha fatto divertire tre generazioni". Il giorno del giudizio sullo storico locale bolognese è vicino.  

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