Bologna, capi d'abbigliamento falsi. Sequestri per mezzo milione / VIDEO

Ventisei persone sono indagate. La finanza ha smantellato una fliera completa. Uno dei laboratori di produzione era in città

La merce contraffatta sequestrata dalla finanza (foto Schicchi)

La merce contraffatta sequestrata dalla finanza (foto Schicchi)

Bologna, 17 luglio 2019 – C'era anche un laboratorio di produzione a Bologna nella filiera che è stata smantellata dalla finanza: un'organizzazione che partiva dalla produzione, passava dall'importazione per arrivare alla vendita di campi dichiaratamente contraffatti che riportavano (finti) marchi di case di moda famose come Chanel, Balenciaga, Lacoste, Ralph Lauren, Gucci, Fred Perry, Moncler.

L'operazione della finanza ha portato al sequestro di mezzo milione di prodotti, tra capi di abbigliamento, accessori, etichette, plotter tipografici e macchine da cucire professionali e l'individuazione di tre luoghi di produzione e una tipografia. Le perquisizioni e le indagini hanno coinvolto Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Marche e Sardegna. Ventisei persone risultano indagate: sono italiani, senegalesi e marocchini e sono accusati di far parte di un'organizzazione criminale dedita a importazione, produzione e commercializzazione di oggetti contraffatti.

L'indagine, coordinata dalla Procura di Bologna, è partita dal controllo di alcune persone tra il capoluogo emiliano, Ferrara, Macerata, Brescia e Nuoro, che proponevano la vendita via web di capi di abbigliamento di gran moda. Si è scoperto che sui social network venivano creati gruppi nei quali veniva pubblicizzata la merce esplicitamente indicata come non originale.

Gli acquirenti contattavano quindi gli amministratori e, dopo aver ricevuto indicazioni da questi, facevano gli ordini dei prodotti, poi spediti dopo il pagamento su Paypal. È poi emerso che i venditori online si rifornivano degli oggetti, importandoli da Turchia o Cina oppure rivolgendosi a una 'rete di produzione' di italiani e senegalesi che acquistava capi privi di marchio, e poi li assemblava e rifiniva coi loghi in laboratori clandestini, tra Bologna e Brescia.

"E' un mercato globale, abbiamo riscontrato una produzione sia locale sia dall'estero - spiega Luca Cervi (video), comandante provinciale della Finanza -. Abbiamo trovato luogi di produzione in Turchia e in Cina, da dove arrivavano prodotti più raffinati".

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