Caro-affitti a Bologna: gli studenti piantano le tende davanti al rettorato

La protesta del collettivo ‘Cambiare Rotta’: “Stanze dai prezzi insostenibili per noi ragazzi”. Sul tema alloggi, scontro Lepore-Valditara

Bologna, 10 maggio 2023 – Trovare casa sotto le Torri è diventato un inferno. Soprattutto se si è studenti e il caro-affitti ha fatto impennare i costi degli alloggi. Per questo, anche a Bologna, il collettivo ‘Cambiare rotta’ apre le tende davanti all'ingresso del Rettorato dell'Università di Bologna, come in tante altre città d'Italia, "per denunciare l'emergenza affitti che viviamo noi studenti universitari e chiedere un reddito studentesco e verso lo sciopero generale del 26 maggio".

Le tende piantate dagli studenti davanti al rettorato di Bologna
Le tende piantate dagli studenti davanti al rettorato di Bologna

Le richieste degli studenti

Da anni "la situazione non fa che aggravarsi, con un aumento della speculazione edilizia e dei proprietari soprattutto nelle città universitarie", ma le residenze pubbliche universitarie "sono state smantellate negli anni a favore di studentati privati o di lusso" e "i criteri di merito per accedere a forme ormai minime di welfare come le borse di studio non solo sono insufficienti e filtrati dai ricatti del merito, ma anche a dei compensi non adeguati alla recente inflazione", denuncia il collettivo in una nota. 

E l'attuale governo "si fa alfiere dell'attacco alle fasce popolari a partire dai decreti sulla precarizzazione del lavoro (siglati con i sindacati confederali) fino alla cancellazione del reddito di cittadinanza". 

Gli studenti chiedono "un piano pubblico di investimenti per l'ampliamento delle strutture residenziali esistenti e per la costruzione di nuovi studentati che rimangano in mano pubblica" e la "reintroduzione dell'equo canone per calmierare il mercato degli affitti privati, con una specificità mirata alla condizione studentesca". Per Sinistra italiana, dice il coordinamento del partito in Emilia-Romagna, a Bologna è arrivato il momento di "aprire un confronto politico serrato" e avviare investimenti su edifici e alberghi dismessi da destinare all'edilizia pubblica e sociale e un tetto agli affitti brevi, canoni calmierati "gestiti dagli enti pubblici preposti" e "nuove soluzioni di coabitazione".

Lepore contro il ministro Valditara: “Pensi a lavorare”

Il Governo Meloni "è indietro sul diritto allo studio" e sul problema casa. Per questo il ministro Giuseppe Valditara "sarebbe meglio che invece di dichiarare si mettesse a lavorare". Così il sindaco Matteo Lepore, replica con asprezza alle dichiarazioni del ministro dell'Istruzione, secondo cui il problema del caro affitti è "grave, ma tocca le città governate dal centrosinistra".

Frasi che Lepore proprio non digerisce. "Per essere il ministro del Merito è abbastanza disinformato - attacca il sindaco di Bologna - il diritto allo studio è una competenza dello Stato e delle Regioni, quindi sarebbe meglio che il ministro invece di dichiarare si mettesse a lavorare". 

"Chi oggi pone la questione del diritto allo studio e della soluzione abitativa nelle città, pone una questione giusta - condivide Lepore - come politica dobbiamo rispondere concretamente. Bologna lo fa col proprio piano per l'abitare. Sarebbe bene che il Governo, invece di irridere chi protesta o scaricare sempre sui sindaci di centrosinistra, si assumesse le proprie responsabilità". 

Secondo Lepore "gli alloggi per studenti si trovano, ma hanno costi molto alti. Occorre quindi che il Governo metta in campo un piano nazionale. A Bologna abbiamo un piano da 200 milioni per l'abitare in città. Ma stiamo accogliendo studenti da tutta Italia e non credo che Bologna possa risolvere i problemi del Paese. Occorre che sia il Governo a farlo", conclude il sindaco.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro