Caro energia, cliniche in crisi a Bologna. Orta: "Bollette alle stelle, rischio chiusura"

L’allarme del presidente dell’ospedalità privata: "Nelle cliniche non possiamo certo restare al freddo . Non sono previsti sgravi fiscali e non possiamo ridefinire"

Bologna, 29 agosto 2022 - Costi energetici che, nel giro di due anni, per alcune cliniche mediche del Bolognese sono aumentati di oltre il 220 per cento e stanno portando i bilanci verso il rosso mettendo a rischio l’apertura delle strutture.

Averardo Orta, presidente Aiop Bologna
Averardo Orta, presidente Aiop Bologna

Le cose sembrano andare ancora peggio nel settore socio-sanitario, cioè nelle case di riposo.

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Lancia l’allarme Averardo Orta in qualità di presidente Aiop Bologna (l’associazione che riunisce l’ospedalità privata) e di Echo ( European Confederation of Care Home Organisations , l’organizzazione per il miglioramento del comparto sociosanitario, nell’ambito terza età e disabilità).

Come sta andando con i costi dell’energia per le vostre cliniche?

"I costi sono ormai arrivati alle stelle: per certe strutture sono aumentati di oltre il 220 per cento in appena due anni. La tenuta è a serio rischio", dichiara il presidente Orta.

C’è qualche aiuto in vista che possa, almeno, limitare i danni?

"No. E non sono previsti nemmeno sgravi fiscali, nonostante le nostre cliniche operino nel privato accreditato. Quindi non abbiamo la possibilità di ridefinire le tariffe, perché quelle sono decise a livello regionale e non possiamo aumentarle".

Cosa potete fare per cercare di mantenere il bilancio almeno in equilibrio?

"Non possiamo ridurre il personale, perché l’assistenza deve essere assolutamente garantita ai pazienti. E non possiamo nemmeno diminuire il riscaldamento, come è stato proposto per gli edifici pubblici".

Perché questa soluzione non è possibile?

"Noi dobbiamo restare in un range che va dai venti ai ventidue gradi: questo dicono le normative e questo noi rispettiamo. Per quanto riguarda i macchinari, non possiamo certo spegnere le luci nelle sale operatorie e tutte le macchine diagnostiche consumano l’energia che è necessaria".

Vie di risparmio energetico sono state esplorate?

"Ho incaricato un team di esperti per vedere se potevamo risparmiare in qualche settore. Ma i tecnici, dopo sopralluoghi e analisi, mi hanno riferito che stiamo già mettendo in atto tutto quello che è possibile: dai pannelli solari alle luci a led, alle caldaie a condensazione. Se non succede nulla, soprattutto nel settore socio-sanitario, quindi nelle case di riposo, tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo ci potrebbero già essere le prime chiusure".

Le conseguenze?

"Anziani che non hanno più un posto e sono costretti a rivolgersi agli ospedali pubblici. Per quanto riguarda le cliniche, stiamo cercando di resistere e vedere come verranno impiegati i circa tre milioni di euro di fondi, per Bologna e provincia, che la Regione ha già deliberato".

Ne avete già parlato con le istituzioni?

"Abbiamo avuto un incontro a luglio ma il piano non è stato ancora dettagliato. Questa sarebbe una boccata di ossigeno, ma non la soluzione: servono politiche per l’energia ben precise".

 

 

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