Più che una corsa per le vie del centro, una corsa a ostacoli. La Carrera ha ’sbattuto’ domenica contro le imposizioni di una ‘Circolare Gabrielli’ che, per garantire uno svolgimento ancora più sicuro degli eventi di piazza, impone uno spiegamento di forze (e a cascata un impegno economico) sempre più impattante per chi le manifestazioni le organizza.
E il timore, più che per l’anno in corsa, si sposta anche e soprattutto sul futuro della corsa green per eccellenza. I fatti, innanzitutto. Con una comunicazione urgente, il Comune, nelle prime ore di domenica mattina, ha comunicato sui propri canali (social e non) l’impossibilità di far svolgere le prime prove libere stagionali, programmate per lo stesso pomeriggio, annunciando comunque l’accordo con l’Associazione Club Carrera per lo svolgimento regolare delle prove la domenica successiva, 10 luglio.
Il motivo, appunto, scritto in calce dal sindaco Tinti, è il rispetto delle "condizioni di sicurezza richieste dal decreto Gabrielli".
Ebbene, il problema, presente e futuro, è proprio questo. Rispettare il decreto, sottolinea il presidente dell’Associazione Club Carrera Andrea Vallisi, "significa avere 9 persone sul circuito responsabili del controllo di sicurezza del loro tratto". Persone che devono trasmettere i propri dati, e che non possono essere ‘sostituite in corsa’ come accadeva gli anni precedenti.
Un impegno gravoso, insomma, ma anche e soprattutto una responsabilità gravosa. "Volontari non ce ne sono più – spiega Vallisi –. Così la strada è soltanto una: affidarsi a ditte specializzate, o comunque a persone che devi pagare per svolgere il ruolo. Non dovrebbero esserci problemi per tutte le altre prove e neppure per la gara, si sosterranno spese molto più alte ma la Carrera si farà. Poi sarà bene sedersi attorno ad un tavolo per capire come operare negli anni prossimi".
Claudio Bolognesi
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