LORENZO PEDRINI
Cronaca

Bologna, cercasi casa. Boom di acquisti, ma gli studenti non trovano affitti

I proprietari di case e appartamenti preferiscono i turisti: duemila le abitazioni passate in due anni a Airbnb

Studenti cercano case

Studenti cercano case

Bologna, 12 luglio 2018 - C’è chi viene sotto le Due Torri per farsi una cultura, chi per mangiare i tortellini e chi per la qualità dei servizi cittadini, dalla sanità al comparto fieristico. Fatto sta che tra discenti, professionisti, turisti e viaggiatori di passaggio, a Bologna non si trova più un posto per dormire, soprattutto sul fronte degli affitti di media e lunga durata. Le categorie di visitatori citate, del resto, registrano tutte una forte crescita e, se a questo si somma l’esplosione delle piattaforme online che spinge i proprietari a puntare su locazioni brevi o brevissime, il quadro risulta sconfortante. O, almeno, questo è quanto emerge da una lettura mirata dell’ultima ‘Indagine sul mercato degli alloggi in locazione nel comune di Bologna’, redatta dall’Istituto Carlo Cattaneo. Nel documento si parla, infatti, di migliaia di persone in difficoltà nel trovare un alloggio, con le 2mila unità abitative passate negli ultimi due anni sotto l’egida di Airbnb e simili a complicare ulteriormente una situazione già per nulla agevole.

Sul versante delle famiglie in cerca di casa, 6mila delle quali stentano a trovare una sistemazione che coniughi vincoli economici e necessità di spazio, la soluzione più gettonata è spostarsi sempre più lontano dal centro, cosa che chi studia non può certo permettersi. Sono proprio i 65mila che ogni anno si riversano nel nostro ateneo, una buona metà dei quali fuori sede, a pagare, allora, lo scotto di prezzi in aumento e di una domanda inversamente proporzionale all’offerta. Dei circa 36mila studenti che risiedono fuori dalla Città metropolitana, in arrivo ogni anno soprattutto dal Centro Italia (12%) e da Sud e Isole (più del 25%), trovano posto negli studentati Er.Go. solo in 1.600, il che significa che quasi 35mila devono competere per un posto in singola (a un prezzo medio che balla fra 300 e 400 euro mensili) o in doppia (a un costo che oscilla tra i 200 e i 270).

Se le proprietà, però, trovano il modo di piazzare la loro stanza a una coppietta di turisti pronta a spendere una trentina di euro per una notte, le entrate mensili, conti alla mano, possono teoricamente raddoppiare e questo trasforma la competizione in lotta senza speranza. In parziale controtendenza, invece, vanno i risultati del secondo Osservatorio immobiliare targato Nomisma, stando al quale, nelle parole dell’ad della società di consulenza Luca Dondi, «il mercato immobiliare bolognese, a dispetto del lieve rallentamento dell’ultimo semestre, rimane fra i più dinamici del Paese». Questo vale soprattutto per chi, messa la testa fuori dalla crisi, può ora acquistare appartamenti da mettere a reddito. Il punto, però, è che queste abitazioni finiscono sempre più spesso su Airbnb, anche se, ammonisce Dondi, «ci vorrà qualche anno per capire se questa sia davvero la scelta più conveniente».