Bologna, casa occupata. Proprietario "costretto a dormire in garage"

Juri Malini affidò l’appartamento al Comune. Palazzo d’Accursio: “Aspettiamo la decisione della Procura”

Yuri Malini

Yuri Malini

Bologna, 6 dicembre 2018 - “Io dormo in un garage e loro dormono nella mia casa”. Il caso di Juri Malini, 41enne operaio di Zola sta tutto in queste poche parole. Il suo appartamento è stato occupato abusivamente da una famiglia di romeni e lui, a distanza di oltre sei mesi dal fatto, non riesce a rientrarne in possesso. Con la conseguenza che il ‘senzacasa’ adesso è lui, costretto a vivere in dieci metri quadrati di un ex garage senza neppure il riscaldamento. Nel 2008 decise di lasciare la famiglia di origine, a Riale, ed accendere un mutuo per acquistare un appartamento tutto suo ad Anzola dell’Emilia.

Poi per ragioni di lavoro andò all’estero. Da qui la decisione di affidarlo per l’affitto (con la possibilità di subaffitto) al Comune di Bologna che lo utilizzò per l’accoglienza dei migranti. “I miei problemi sono iniziati proprio da quel momento: per tutti questi anni l’appartamento è stato destinato ad una famiglia di romeni che lo ha ridotto in condizioni pietose. Basti dire che il preventivo per sistemarlo supera i 36mila euro. Era completamente ammobiliato. Ebbene mobili, elettrodomestici, sanitari, legno a vista... se non è stato rovinato è stato rubato. Da quel che so questi assegnatari hanno pagato solo poche rate di affitto e da allora in poi, per anni, ha provveduto il Comune di Bologna, comprese le spese condominiali, che io ho sempre anticipato per evitare che staccassero le utenze a tutto il palazzo...».

Venute meno le condizioni per l’aiuto abitativo il Comune di Bologna avviò le procedure per lo sfratto esecutivo. Messa alle strette la famiglia affidataria e morosa lo scorso aprile lasciò l’appartamento. “La consegna ufficiale delle chiavi era già fissata il 12 luglio”, aggiunge Malini. Peccato però che qualche settimana prima un’altra famiglia, sempre romeni, forse parenti della precedente (il cognome è lo stesso) abbia forzato le inferriate, sostituito le serrature ed occupato di nuovo l’appartamento. “Hanno sfondato una finestra, cambiato le serrature e io, che sto continuando a pagare il mutuo, non posso rientrare in casa mia perchè questa famiglia l’ha occupata e né i carabinieri, né il Comune di Bologna, né un’azione legale, dopo sette mesi dal fatto mi permettono di rientrare in possesso della mia casa. In Comune a Bologna ho bussato alle porte di tutti gli uffici. Chi ha scassinato l’ingresso e occupato la mia casa ha più diritti di me. Io dormo in un garage e loro dormono nella mia casa. E il Comune paga il loro affitto”.

Anche il Comune di Bologna è in attesa della decisione della Procura sul caso di occupazione dell’appartamento di Malini. Da Palazzo d’Accursio si apprende che il caso di Malini è conosciuto e seguito con attenzione. Si ammette che c’è stato qualche ritardo anche nella denuncia dell’occupazione che deriva dalla incertezza sulla titolarità della responsabilità: da una parte la proprietà (Malini) e dall’altra l’affittuario (il Comune). Alla scadenza del contratto però l’appartamento non era libero, i tecnici di Asp avevano proceduto alla valutazione della stima dei danni arrecati nel periodo di locazione e quando è intervenuta l’occupazione le chiavi non erano ancora state riconsegnate al proprietario. Da qui l’impegno a continuare a pagare l’affitto e l’auspicio che quanto prima si arrivi all’ordine di sgombero.

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