Casaleggio, Giovanna Favia condannato per diffamazione

L'ex consigliere regionale del Movimento 5 Stelle aveva definito "poco chiari" i rapporti tra il blog di Grillo e la società

Beppe Grillo, testimone oggi nel processo a Giovanni Favia

Beppe Grillo, testimone oggi nel processo a Giovanni Favia

Roma, 20 febbraio 2019 - Il giudice monocratico di Roma ha condannato il bolognese Giovanni Favia a una pena pecuniaria di 500 euro. L'ex consigliere regionale del Movimento 5 Stelle era accusato di diffamazione dopo alcune affermazioni fatte nel 2014. Favia aveva definito come poco chiari i rapporti economici tra il blog di Grillo e la Casaleggio Associati. Alla luce di questa affermazione Gianroberto Casaleggio lo aveva querelato, in quanto titolare della società.

Per l'imputato, il Pm aveva chiesto una condanna a sei mesi di reclusione. Il giudice ha anche disposto una provvisionale di 10mila euro in favore della Casaleggio Associati e di 5mila euro in favore di Davide Casaleggio. "È una vergogna - ha commentato  Favia - prenderò tutte le strade per segnalare questa vergogna. Io mi sono limitato a raccontare solo fatti".

Nel corso dell'udienza di oggi, anche Beppe Grillo ha testimoniato in aula: "Non circolavano soldi, era solo un blog per fare controinformazione. Non c'era fatturato dal blog, non c'erano sponsorizzazioni né pubblicità, non c'erano introiti, alla fine per mantenerci e sopravvivere abbiamo provato a fare un abbonamento per gli iscritti, cosa che non ha funzionato - ha spiegato -. Si finanziava con gli incassi delle videocassette dei miei spettacoli e dei miei libri. Nel 2014 subentrò la pubblicità come forma di finanziamento del blog. Era una pubblicità con dei limiti perché la gestiva Google ma nel 2014 il blog era alla sua fine con l'arrivo dei social network e i commenti non andavano più sul blog ma sui social. Da quella operazione lì abbiamo avuto tutti delle perdite".

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