Casini, ricetta contro l’indigenza "Serve un Reddito di solidarietà"

Il candidato Pd nell’uninominale al Senato: "Sacche di povertà allarmanti, modificare la misura dei 5 Stelle. Io sono un patriota, ma l’Italia non va lasciata a sprovveduti. Sgarbiman? Fa un po’ scappare da piangere"

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"Si stanno sviluppando delle fasce di miseria spaventose, ecco perché non dico che bisogna abolire il reddito di cittadinanza. Ma va ripensato e modificato, trasformandolo in un reddito di solidarietà che vada incontro alle persone più bisognose". È un Pier Ferdinando Casini a tutto welfare quello che ieri ha parlato di politica e soluzioni davanti alla platea delle Acli di Bologna, intervistato da Valerio Baroncini, vicedirettore del Resto del Carlino. Il ragionamento sul superamento della misura di bandiera dei Cinque Stelle ha fatto da perno anche ad altre riflessioni, come quella del lavoro per i giovani. "Il reddito ha creato distorsioni, parlo con i nostri imprenditori e mi dicono che non hanno gente in azienda perché non la trovano, si preferisce spesso stare a casa e incassare quel reddito, a volte aggiungendo del nero – ha argomentato Casini, candidato per il centrosinistra al collegio uninominale del Senato che comprende anche Bologna; in sala anche Gian Luca Galletti, ex ministro dell’Ambiente –. Ma abbiamo il problema e il dovere di salvaguardare le fasce più deboli, ci sono sacche di povertà spaventose in Italia come in altri Paesi e negli Stati Uniti. Rivedere il reddito di cittadinanza lo renderebbe più funzionale alle opportunità da dare ai giovani".

Diversi i passaggi anche sull’economia e sulle bollette. "Il governo non doveva cadere in questa situazione geopolitica, in cui di sicuro non si può darla vinta a Putin – ha sottolineato Casini –. Bisogna rimboccarsi le maniche, perché abbiamo la necessità di essere autonomi dal punto di vista energetico e alimentare. A questo punto dell’anno dovevamo essere in aula a trovare delle soluzioni, non in campagna elettorale". La stoccata alla flat tax: "È irrealizzabile, non possiamo continuare a prendere in giro la gente proponendo ricette che non esistono, se vogliamo continuare a dare ai cittadini la gratuità delle cure pubbliche", ha continuato Casini, che ricorda i motivi della sua candidatura assieme al Pd. "I dem nei passaggi decisivi della politica degli ultimi 15 anni hanno sempre messo al primo posto l’Italia. Io sono un patriota – ha aggiunto –, e non sono dell’idea che l’Italia debba essere lasciata in mano a sprovveduti. Non temo il fascismo, temo provincialismo, confusione e superficialità. Mi sta molto a cuore evitare la demagogia, peraltro al centrodestra non gliene frega niente del presidenzialismo, lo stanno sventolando solo per avere un alibi quando non riusciranno a farlo, Mattarella sarà fondamentale. Il Terzo Polo? Tutti i voti sono utili, ma la sfida nel collegio è tra me e Sgarbi". Infine Bologna. "Non credo alle isole felici, ma noi un po’ lo siamo. Ho fatto tanto per il territorio. Sui rifiuti abbiamo qualche problema, ma non come a Roma".

Casini in serata ha tenuto un’iniziativa al centro sociale di via Nuova dei Campi a Sasso Marconi, ospite del Pd locale e anche della vicina balera ‘Cometa’. Con lui Davide Di Noi, che ha parlato di lavoro e giovani. "Bologna è la città del cibo – ha detto Di Noi –, per questo non sono d’accordo con il taglio dei dehors deciso dalla giunta". Casini ha rispolverato Vujadin Boskov ("Partita finisce quando arbitro fischia"), sottolineando l’aumento degli indecisi sotto la data del voto, "che potrebbe essere un vantaggio per il centrosinistra". Poi ha chiosato sull’avversario di collegio Sgarbi: "Fa girare questo fumetto dove mi taglia la testa. Se permettete, fa scappare un po’ da piangere".

Paolo Rosato

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