
A sinistra i residenti di via Andrea Costa alle prese con fango e detriti dopo l’alluvione (. Schicchi. ). A destra, il canale Navile sabato
Bologna, 3 febbraio 2025 – "Le opere servono subito". Michele de Pascale, di concerto con il neo commissario alla ricostruzione Fabrizio Curcio, lo ha ribadito ieri al Carlino. Per il presidente della Regione servono "interventi di allagamento programmato sui bacini più colpiti", come "casse di espansione" e "valvole di sicurezza". L’obiettivo, in tempi "brevissimi", è concordare "almeno un intervento significativo per fiume". Eccola, intanto, la situazione dei torrenti e dei rii che più preoccupano i bolognesi. Se ne è parlato nelle due assemblee civiche organizzate al Porto-Saragozza, se ne continua a parlare negli incontri che l’amministrazione porta avanti con residenti e comitati.
Qui Ravone
Sul Ravone, ad esempio, la priorità resta quella di coprire i tratti rimasti a cielo aperto dopo l’esondazione di ottobre. Dalla voragine al civico 81 di via Andrea Costa al solaio devastato di via Zoccoli, fino alla copertura martoriata e poi crollata di via Montenero e al cataclisma visto in via Brizio. La tombatura nei ‘punti caldi’ sarà rifatta entro primavera, come annunciato dal sindaco Matteo Lepore e dall’assessore competente Daniele Ara. Poi bisognerà pensare agli interventi di medio e lungo periodo: casse di espansione a monte, su tutto, ma servirà tempo e una pianificazione che potrebbe prevedere anche deviazioni dei corsi d’acqua.
Qui Navile
Sul canale in zona Corticella, di competenza della Regione, c’è stato martedì un incontro tra Ara e il comitato ‘Salviamo il Navile’: "Ci hanno anticipato che ci sarà un’assemblea con tutti i Comuni che insistono sul Navile, con comitati e associazioni – racconta il portavoce Mauro Trigari – in cui definire le azioni da intraprendere. Penso si punterà su casse di espansione a monte per scaricare il flusso a valle". Secondo il comitato, per il Navile questa resta un’occasione unica: "Finalmente si parla di sicurezza idraulica e a ruota di quello che potrà venire dopo. Il tema della sicurezza è prioritario, poi si potrà ragionare sulle situazioni di abuso edilizio e restringimenti che in decenni di abbandono si sono accumulate. Poi c’è il progetto di un parco storico-naturale: si può cogliere insomma un’occasione generale per rivivere e curare tutta questa zona".
Qui Aposa
Sull’Aposa si era vociferato di un’assemblea civica intorno a metà febbraio, ma per ora manca una conferma. Il torrente vive una situazione particolare: a novembre in una commissione del Comune Benedetta Corsano, dirigente dell’unità Manutenzione strade e verde, aveva sottolineato come in via San Mamolo si sia verificato probabilmente "uno sversamento da proprietà private e non tanto dell’Aposa, quanto di un rio affluente". Poi il corso d’acqua è finito un po’ in disparte, superato dai problemi impellenti del Ravone. Ma un incontro prima o poi ci sarà.