
Il blitz pacifico. al Cassero di Porta Saragozza, dove è stata affissa la targa fucsia
Riprendersi gli spazi, quelli che storicamente appartengono. Con questo imperativo il Cassero Lgbtqia+ Center ha messo una targa fucsia sul Cassero di Porta Saragozza per riappropriarsi della storia del circolo, "cancellata dai muri ripuliti della città", dicono gli attivisti e le attiviste. Verso il Rivolta Pride di sabato, per cui sono attese 40mila persone in città, ieri mattina è arrivato il blitz pacifico con l’affissione di una targa che ricorda la storia del ‘Circolo di cultura omosessuale 28 giugno’, poi divenuto il Cassero Lgbtqia+ Center, che per vent’anni ha avuto sede proprio nel cassero di Porta Saragozza.
"Non si tratta di nostalgia – commenta la presidente del Cassero Camilla Ranauro –, ma di riappropriazione. Gli spazi che abbiamo sono sotto attacco, e noi per prime abbiamo subìto numerose aggressioni fasciste nell’ultimo anno. Ma non sono solo i fascisti il problema. La progressista Bologna si ammanta di bandiere arcobaleno solo quando si intonano con l’ambiente e non disturbano il vicinato: in Porta Saragozza, dove oggi risiede il Museo della Beata Vergine di San Luca, ogni traccia del nostro passaggio è stata cancellata".
"Eppure, il fatto che Bologna sia stata la prima città a ospitare un gruppo Lgbtqia+ fu un traguardo importante per la città e per il nostro Paese – prosegue la presidente Ranauro –. Ma se nessun altro è disposto a farlo, saremo noi a tornare nei luoghi della nostra memoria e a rivendicarceli con orgoglio. Ma non vogliamo solo una targa: chiediamo che venga rispettata e riconosciuta la memoria degli spazi che la nostra comunità ha attraversato. Chiediamo che vengano valorizzati e difesi gli spazi che la comunità attraversa. Chiediamo più spazi per la comunità nel futuro".
Il Cassero porterà in piazza il tema degli spazi e della memoria anche in occasione del Rivolta Pride, di sabato. Il 28 giugno fu infatti scelta come data per il pride e la presa di Porta Saragozza nel 1982 per celebrare i moti di Stonewall del 1969, momento fondativo per tutta la comunità LGBTQIA+. Proprio da lì, e dalla lotta delle sex workers trans* e razzializzate come Sylvia Rivera e Marsha P. Johnson, partì la tradizione di lotta che ancora si celebra nei pride.
Proprio a Stonewall il carro del Cassero sarà dedicato al Rivolta Pride che quest’anno è stato costruito assieme all’associazione Cantieri Meticci. "La nostra storia – prosegue Ranauro – è fatta di luoghi. Quelli costruiti da noi, come il Circolo di Porta Saragozza, e quelli che abbiamo attraversato, come Atlantide. Luoghi che in passato erano molti in città, ma che oggi sono sempre meno".