Cellulari in classe a Bologna, stop anche alle Rolandino e al Luxemburg

Anche alle medie e all’Itcs gli alunni lasciano in armadio o in apposite tasche i telefonini. I presidi: "Benefici tangibili"

Sono sempre di più le scuole che ritirano i cellulari in classe prima delle lezioni

Sono sempre di più le scuole che ritirano i cellulari in classe prima delle lezioni

Bologna, 15 settembre 2022 - Sono una valanga inarrestabile gli istituti che si fanno consegnare, dagli studenti, il cellulare alla prima campanella per restituirlo all’ultima. Ora tocca alla media Rolandino de Passeggeri, dell’istituto comprensivo 20, e all’Itcs Rosa Luxemburg. Scatoline con lucchetti, armadietti ad hoc , cestoni oppure tasche porta-cellulare entrano a pieno titolo tra gli arredi scolastici.

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Le classi smartphone-free sono già una realtà al liceo Malpighi, all’Istituto Beata Vergine di San Luca (i Salesiani) e alle scuole Manzoni. Tutto comincia con una sperimentazione che, dopo aver incassato la ’ola’ di genitori, prof e studenti che prima storcono il naso e poi sono contenti, viene estesa all’intero istituto. Alla media Rolandino di via Pascoli, la prova, lo scorso anno, ha coinvolto una prima classe di 22 tredicenni, "essendo andata benissimo – osserva il preside Agostino Tripaldi –, ora la estendiamo a tutta la media". Ovvero 440 ragazzini che, appena entrati in classe, lasceranno lo smartphone nel posto loro assegnato dentro un apposito armadio, salvo poi riprenderlo all’uscita o durante l’intervallo.

«Si tratta di un progetto educativo teso all’uso corretto del digitale", ricorda Tripaldi che rivela come siano state le stesse insegnanti all’unanimità a votare questo meccanismo che funziona "meglio del lasciare il cellulare silenziato nello zaino". Al punto che, dopo un anno di prova, i 22 senza battere ciglio "hanno imparato a lasciare il cellulare nell’armadietto, educandosi così ad un uso corretto". I risultati della cura detox parlano da soli: "I ragazzi – sottolinea il preside - hanno acquisito una maggiore capacità di attenzione in classe; sono meno dipendenti dal telefonino e si sono molto responsabilizzati". Inoltre, "per loro è diventata normalità parlare con i compagni" anziché mettere il naso nello schermo. Va da sé che se la finalità è didattica, lo smartphone esce dall’armadietto e viene utilizzato sotto controllo del prof.

Tasche porta-cellulare numerate da uno a 30 hanno fatto il loro debutto, l’anno scorso, in 5 classi del Luxemburg di via Dalla Volta. "Quest’anno le appenderemo anche nelle altre 34", annuncia la preside Alessandra Canepa. L’anno scorso la consegna era volontaria, quest’anno è obbligatoria, contemplata dal regolamento di istituto. "Ai genitori di prima l’ho illustrato ieri sera (martedì, ndr ) e abbiamo riscosso un ampio consenso", racconta Canepa. Certo non è stata tutta rose e fiori la sperimentazione, "molto è dipeso da come gli insegnanti l’hanno proposta, dalle motivazioni addotte, ma dopo è filato tutto liscio", spiega la preside.

La linea guida perseguita dall’istituto tecnico è "contrastare la dipendenza e quindi l’abuso del cellulare che può essere usato solo per attività didattiche". Da lì ne deriva "l’aumento della capacità di attenzione in classe" e a cascata "una ricaduta positiva nei compiti assegnati. Perché se si sta attenti in classi, tre quarti del lavoro è già svolto". Togliere di mano il cellulare, "obbliga i ragazzi ad alzare la testa e a vedere ciò che accade intorno a loro. E la socializzazione migliora". Infine, l’assessore alla Scuola del Comune di Bologna, Daniele Ara, commenta: "Condivido la scelta della sperimentazione, anche gli adulti avrebbero bisogno di momenti di disconnessione".

 

 

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