Cena della vigilia e pranzo di Natale: tre imperdibili menu fatti in casa

'Zdaure 2.0': tre giovani casalinghe raccontano i segreti della loro cucina e suggeriscono cosa preparare per il pranzo e la cena delle feste

Un gruppo di casalinghe alle prese con la preparazione di una tavola

Un gruppo di casalinghe alle prese con la preparazione di una tavola

Bologna, 23 dicembre 2020 - C’era una volta il Natale con i pranzi in famiglia. Ma quel tempo imperfetto, in molti casi, per quest’anno salta l’appuntamento. Chi abita vicino ai parenti, potrà decidere di spostarsi. Ma chi tra residenza bolognese e genitori conta parecchi chilometri, potrà scegliere di rimanere qui e... arrangiarsi con le ricette, senza però rinunciare alla tradizione. Del resto, Bologna, si sa, accoglie una popolazione molto sfaccettata, di persone giunte dal Sud ma anche dalla provincia. Ognuna col suo ricettario d’ordinanza, che ad ogni festa viene aperto e consultato.

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E’ il caso delle nostre tre ’zdaure 2.0’, tre giovani donne amanti della vita contemporanea, che però, pur restando a casa loro, hanno deciso di riproporre sulle tavole minimaliste, i manicaretti di famiglia. Sono Daniela Monaco, natali abruzzesi, maestra e creatrice di gioielli didattici (D’Animo), Elisabetta Degli Esposti Merli, originaria di Savigno, con la passione della musica e dei dj set e Alessandra Paganelli, traduttrice e ciclista appassionata. Per Daniela, la decisione di non raggiungere la famiglia a Lanciano è stata dettata dal buon senso. E restando in città, per la prima volta nella sua vita, ha rinunciato a tre giorni di celebrazioni. Perché pranzi e cene iniziano già da oggi. "Da noi si inizia a festeggiare il 23 dicembre, il giorno della ’Squilla’, un rito legato al Medioevo in cui si fa il baciamano alla persona più anziana, si accendono i lumini per i cari che sono mancati e i regali si aprono proprio in questa serata, per poi mettersi a tavola" racconta Daniela.

Ma le feste proseguono anche il 24 e il 25 con tantissime ricette. E lei, di tutte le portate, ne preparerà solo alcune, come le pallotte ’cace e ove’, il tortino di alici, la pizza rustica per il brodo con il cardone e la ’Pizz di randinije e Foje’, ovvero la pizza di granturco e verdure tipica della vigilia. "E’ una settimana che giro per trovare questo formaggio misto mucca, che insieme al pecorino abruzzese si usa per le pallotte – spiega la maestra –, ho chiamato tutti i ristoranti che potevano averlo, ma niente, e mia madre non è riuscita a trovare un corriere che me lo spedisse, ma per fortuna i tegami di terracotta per cucinare li ho". Quando si è appassionati di cucina ma si è lontani da casa, ci si salva almeno con gli attrezzi.

E quindi, anche per Elisabetta, che non raggiungerà la famiglia a Savigno, in Valsamoggia, la ricetta principale del pranzo, ovvero quella dei passatelli al pesto di cavolo nero, è salva. Perché lei, il suo ’ferro’, lo strumento per schiacciare l’impasto, lo possiede. E possiede anche le ricette della mamma, oltre alle proprie. Elisabetta ama sperimentare nel campo vegetariano e della fermentazione. Infatti come antipasto proporrà i cachi sott’olio, che riservano una bella sorpresa – perché non si capisce subito se si tratti di frutta o verdura – e come secondo gli involtini di verza.

L’ultimo menu, quello di Alessandra Paganelli, è 100% bolognese e prevede tortellini secondo il disciplinare, lesso e zuppa inglese. "I tortellini – spiega Alessandra – li faccio come mio padre, di Monzuno, che li fa diversi da mia mamma, di Medicina, la quale li chiude con una pieghina tipo cappelletto". E prosegue: "Quest’anno, anche se viviamo vicini, non andrò da loro e mi perderò la querelle che va avanti da 35 anni: lui e lei che litigano su tutto, ma che non hanno mai smesso di prepararli insieme".

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