PAOLO ROSATO
Cronaca

Censis, ecco la città vent’anni dopo Giovanissimi in crescita: +28%

Lo studio segue quello del 2002 e mostra un incremento demografico in controtendenza rispetto ai dati nazionali

di Paolo Rosato

A Bologna si nasce, a Bologna si arriva e si resta, a Bologna si rimane giovani. L’effetto ‘Benjamin Button’ delle Due Torri corre lungo le 26, intense pagine del rapporto Censis. La città vent’anni dopo, come in un romanzo di Dumas, ma qui a dominare sono i cantieri, non i moschettieri,ed emerge con forza un dato incontrovertibile: a Bologna c’è un argine alla decrescita demografica che travolto altre zone d’Italia.

Venendo al dettaglio dei dati, dallo studio ‘Bologna: assetti, prospettive e inquietudini di una città matura’, realizzato dal Censis, come detto, a vent’anni di distanza dal precedente studio sulla città, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, emerge una città che, nonostante le crisi ripetute che hanno contraddistinto gli ultimi venti anni, ha saputo mantenersi "giovane", arginando la crisi demografica e aumentando la capacità di attrarre nuovi residenti grazie a servizi ritenuti ancora "eccellenti" da gran parte dei residenti. Bologna ha registrato tra il 2002 e il 2022 un incremento del 28,4% della popolazione più giovane (0-14 anni), rispetto a una tendenza media nazionale che segna invece una flessione del 7,5%. E mentre nell’area metropolitana e nella regione la quota di ultrasessantacinquenni è aumentata nello stesso periodo rispettivamente del 16,3% e del 20,2%, a Bologna è diminuita del 3,5%. A differenza di altre realtà metropolitane italiane, per Bologna si prevede peraltro al 2030 un saldo positivo della popolazione (+2,9%). Interessante il focus sull’occupazione, con un aumento degli occupati nel 2022 dello 0,4% rispetto al 2018. Un risultato positivo correlato soprattutto alla forte crescita dei rapporti di lavoro nel settore delle costruzioni (+46,6%). Sono 8.030 le richieste di lavoro formulate dalle imprese bolognesi e previste in entrata in aprile: il 73,6% è del terziario, il 26,4% proviene da imprese del settore industriale. La quota maggiore delle richieste è per le professioni impiegatizie nel commercio e nei servizi (34,4%). Enorme il dato del terzo settore: la città metropolitana di Bologna conta 20.926 dipendenti, 206 ogni 10mila abitanti.

Il turismo, poi, va meglio della media nazionale. Il numero degli arrivi turistici a Bologna è diminuito tra il 2011 e il 2021 del 6,6% (meno del -24,2% registrato a livello nazionale). Anche le presenze turistiche (numero di notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi) registrano una diminuzione decisamente inferiore rispetto alla media nazionale: -4,6% contro -25,3%. Con più di 8 milioni di persone transitate nel 2022, l’aeroporto Marconi si posiziona al quinto posto in Italia in termini di aumento del numero di passeggeri tra il 2021 e il 2022: +107%. La maggior parte del campione individua invece la problematica maggiore nella difficoltà a trovare una casa in proprietà a prezzi accessibili (35,8%) o in affitto (45,0%). La microcriminalità e il traffico urbano vengono percepiti come emergenze rispettivamente dal 38,8% e dal 34,6% dei residenti, l’inquinamento dal 27,9% del campione. E chi la trova degradata? Il 22% di chi vive da sempre in città.

"Se si ripercorrono i diversi risultati di analisi e di indagine riportati nella ricerca, con una buona dose di certezza si può asserire che Bologna sia stata e sia al riparo dalla condizione di ‘latenza’ che invece sembra contraddistinguere la fase attuale dell’Italia – ha detto Giuseppe De Rita, presidente del Censis –. Avendo superato il rischio di un benessere appagato, paventato nella ricerca del 2002, non pare soffrire di una mancanza di visione, pur mostrando consapevolezza dei rischi di tenuta che possono accompagnare la scelta della crescita per innovazione continua".