Centri estivi Bologna, la protesta delle dade FOTO

Corteo per contestare la "gestione improvvisata" del Comune che rischia di creare focolai

Il corteo degli educatori e delle educatrici (foto Schicchi)

Il corteo degli educatori e delle educatrici (foto Schicchi)

Bologna, 13 luglio 2020 - "Voglio trovare un senso a questo nido, ma questo servizio un senso non ce l’ha!", recita così lo striscione di apertura del corteo degli educatori e delle dade dei nidi comunali in sciopero per la gestione “improvvisata" dei centri 9-36 mesi da parte del Comune, "facendo rischiare focolai di contagio ai bambini, alle loro famiglie, al personale ed ai propri familiari".

Sgb, Cobas e Adi si sono trovati sotto l’ex sede della Ies (istituzione Educazione Scuola sciolta l’1 luglio) in via Ca’ Selvatica per arrivare fino a Palazzo d'Accursio, con l'obiettivo di farsi ricevere dal Comune (foto).

Nel mirino delle proteste c'è l'assessore alla Scuola Susanna Zaccaria e in generale la tendenza della politica a "delegare" ai tecnici comunali le scelte relative alle disposizioni di sicurezza e lavorative dei centri estivi. In particolare, al direttore generale Valerio Montalto, a cui i manifestanti hanno dedicato cori e sfottò, per via dell'esclusione dei sindacati di base dalle trattative. I sindacati contestano inoltre l'utilizzo delle visiere, che ostacolerebbero la normale attività educativa.

Arrivata fino al cortile di Palazzo d'Accursio, la protesta si è però fermata ai cancelli della scalinata che porta alla sala del Consiglio comunale: poiché ancora chiusa al pubblico per le restrizioni anti Covid, i manifestanti, circa un centinaio, hanno trovato il muro del cordone di polizia, mossa non gradita dagli educatori. Con la mediazione del vicepresidente del Consiglio Marco Piazza, si è arrivati al compromesso: i capigruppo hanno incontrato gli scioperanti.

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