Cesare Cremonini accende le luminarie a Bologna. "Vorrei cantare in piazza Maggiore"

Emozionato e felice l'artista arriva in via d'Azeglio e ringrazia Lucio Dalla: "E' lui il padre spirituale della tradizione musicale bolognese"

Cesare Cremonini inaugura le luminarie in via d'Azeglio (Foto Schicchi)

Cesare Cremonini inaugura le luminarie in via d'Azeglio (Foto Schicchi)

Bologna, 30 novembre 2019 -  Bologna, in tutta la sua bellezza, si è stretta attorno a Cesare Cremonini per l’accensione delle luci di via d’Azeglio pedonale (foto). Una Bologna magica, quella delle grandi emozioni, quella che, in momenti gioiosi e non, si riunisce in Piazza Maggiore, quella della grande Lucio, quella dove sono i cittadini a parlare e a fare la differenza.

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Ed è questa la città di cui il cantante autoctono tanto parla nelle sue canzoni, dai tempi dei Lunapop, esattamente da vent’anni. “Era il 30 novembre del 1999 quando, sui banchi del liceo Sabin, nacque il primo album della mia vita, Squerez, e oggi sono qui e le mie parole risplendono su via d’Azeglio per una buona causa”.

Queste le parole di Cremonini, emozionato, che, poco dopo le 18.30 ha inaugurato le luminarie della strada del centro (VIDEO). Quest’anno il testo è quello di ‘Nessuno vuole essere Robin’, una delle canzoni più recenti di Cremonini che, come ha sottolineato lui stesso, “riporta e ricorda il grande Lucio Dalla, da sempre maestro e ispirazione”. Lo scorso anno, con i maestosi versi de ‘L’anno che verrà’ di Lucio Dalla furono raccolti 220.000 euro, e l’obiettivo di quest’anno è donare un defibrillatore alle scuole bolognesi oltre che coadiuvare la Fondazione Sant’Orsola per il supporto dei pazienti oncologici.

L’idea di illuminare di bolognesità la strada nacque, lo scorso anno, dal Consorzio dei Commercianti di via d’Azeglio che, dal palco, si sono definiti “fieri di poter illuminare la via, ma anche di raccogliere e donare una cifra importante per una buona causa”. Sulle note al pianoforte di ‘Nessuno vuole essere Robin’, suonate dal maestro Teo Ciavarella, è, dunque, iniziata il tanto atteso varo delle luminarie.

“Siamo circondati da migliaia di persone che sono venute qui per vedere Cesare e per assistere a questo momento magico - ha spiegato l'assessore Matteo Lepore -, anche la Torre Asinelli si è illuminata per l’occasione grazie a Confcommercio Ascom e la buona causa per cui anche quest’anno abbiamo proseguito l’iniziativa è stata, poi, coadiuvata da Lavoro Più che, con il suo aiuto, ci permetterà di donare defibrillatori a tutte le scuole”. Le sue parole vengono, poi sottolineate proprio dal direttore generale Ascom Giancarlo Tonelli: “I commercianti ci dimostrano ancora una volta che il loro lavoro non è solo un’attività economica, ma molto di più, è avere un occhio aperto al solidale e a chi ha più bisogno”.

Ed ecco che all’apparizione del cantautore del cuore della città la folla va in tripudio. “Sono emozionato, sono felice, vorrei fare un applauso a Lucio Dalla che oggi sicuramente è qua con noi e che per me rappresenta il padre spirituale della tradizione cantautorale e musicale bolognese” racconta alla folla il cantante e, poco prima dell’accensione delle luci, lancia una proposta al primo cittadino Virginio Merola, presente all’evento: “Spero di poter fare un concerto nella mia bella piazza Maggiore”.

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‘Ti sei accorta anche tu che siamo tutti più soli?’. Le prime due strofe della canzone ‘Nessuno vuole essere Robin’ racchiudono bene il messaggio del brano e commuoveranno non pochi passanti e curiosi. “Conosco la storia di ogni mia canzone e ho scelto questo brano perché, tra gli ultimi, è quello che più si lega a Bologna - racconta lo stesso Cesare Cremonini poco prima del countdown per l’accensione delle luminarie e prosegue -. Questo testo omaggia tutti i Robin che vivono oggi, quelli che fanno meno rumore e vivono più in disparte, ma che sono le persone di cui Bologna, generosa ed esempio per gli altri, ha più bisogno”.

Le parole dell’ex frontman dei Lunapop, da sempre legato alla sua città natale, dimostrano l’amore per il mondo del cantautorato. “Ho scritto questo testo da casa mia, sui colli, guardando San Luca e, inoltre, nella melodia e nelle parole di questo brano c’è molto di Lucio: le sue parole mi hanno preceduto lo scorso anno ed è un onore per me, mi ritengo l’ultimo cantautore figlio di questa città e voglio omaggiare tutti i papà di questa musica”. E  conclude Cesare Cremonini: “In via d’Azeglio sono rappresentati tutti i contrasti che Lucio sapeva unire e i simboli dei bolognesi, le loro abitudini e le loro tradizioni: questa è la via dove camminiamo, ci incontriamo, dove ci si scambia due chiacchiere come Lucio faceva, sempre”.

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Prima di scappare alla Mondadori di via d'Azeglio per il firmacopie del nuovo album, che celebra il ventennale di carriera, Cremonini, elegante e sorridente ha intonato le prime strofe del testo, appena illuminato. Non era solo. Con lui centinaia, migliaia di persone. La sua Bologna. La città rossoblù del suo cuore, la città della sua 'vespe 50 special' da cui tutto è iniziato.

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