Charlie Chaplin L’archivio dissequestrato alla frontiera

I 49 scatoloni bloccati il 5 settembre scorso ad Aosta. Dalle Due Torri tornavano a Montreux

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Sono rimasti fermi alla frontiera un po’ più di un mese, ma ora i 49 scatoloni con gli sotyboard di film come ’Luci della città’, ’Il monello’ e Luci della ribalta’, insieme a parecchia corrispondenza, possono tornare a casa. Il tribunale del Riesame di Aosta ha infatti annullato il sequestro dell’archivio di Charlie Chaplin bloccato alla frontiera con la Svizzera, al traforo del Gran San Bernardo, il 5 settembre scorso. I giudici hanno disposto la restituzione del materiale alla società proprietaria.

Storyboard e lettere - secondo quanto accertato - hanno una provenienza del tutto lecita ma, ritenendo che non vi fosse il necessario permesso per portarli all’estero, vi avevano applicato i sigilli per accertare il reale stato delle cose. La documentazione - ha accertato la procura di Aosta - appartiene a un cittadino francese legato a una società che gestisce i diritti di Charlie Chaplin ed era stata prestata alla Cineteca di Bologna per un progetto di valorizzazione dell’opera del grande artista.

Infatti, sono circa 20 anni che la Cineteca, insieme alla famiglia Chaplin si occupa dello sterminato materiale del cineasta, catalogando e digitalizzando film, foto e materiale cartaceo che, una volta ’lavorato’ e messo a disposizione di tutti sull’archivio online, viene rimandato a casa. Così quindi gli scatoloni erano a bordo di un furgoncino guidato da un dipendente della Cineteca, incaricato da un dirigente di portarli all’archivio di Montreux (Svizzera): entrambi erano stati indagati per l’ipotesi di aver tentato di trasferire all’estero dei beni che hanno valore culturale, storico e artistico senza averne l’autorizzazione. Ai doganieri il trasportatore aveva dichiarato spontaneamente il contenuto degli scatoloni, stimando un valore di 5mila euro, che però secondo la procura di Aosta è inferiore a quello reale. L’indagine, coordinata dal pm Giovanni Roteglia, non è ancora ufficialmente chiusa.

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