Chi ha perso tutto "Un crollo dopo l’altro Così la nostra casa è stata spazzata via"

Davide Malpensa abita con la moglie e il figlio a Marzabotto "Abbiamo udito un boato: era il costone che si sgretolava".

Chi ha perso tutto  "Un crollo dopo l’altro  Così la nostra casa  è stata spazzata via"

Chi ha perso tutto "Un crollo dopo l’altro Così la nostra casa è stata spazzata via"

Le frane hanno inghiottito l’Appennino e, con lui, anche la vita di chi quelle montagne le abita da una vita. Di chi le ha vissute e amate. Di chi, oggi, non ha più niente. Come Davide Malpensa, cinquantacinquenne proprietario di un alimentari a Casalecchio di Reno. Lui, la moglie e il figlio hanno perso tutto. La montagna è crollata sopra la loro casa, in Val di Setta nel Comune di Marzabotto, oggi completamente invasa dal fango.

Signor Malpensa, che cosa è successo?

"L’incubo è iniziato già una quindicina di giorni fa. Era circa l’una di notte, stavamo dormendo e all’improvviso abbiamo sentito un boato fortissimo. Sul momento, ho pensato fosse un tuono, poi mio figlio mi ha chiamato dalla sua camera dicendomi che un quarto della montagna era crollato sulla nostra casa. Abito qui da venticinque anni e non ho mai visto una cosa del genere. Pensavamo fosse finita lì, ma il peggio doveva ancora arrivare".

Si spieghi.

"Dopo quello che è successo due settimane fa, siamo stati evacuati dai vigili del fuoco, ma da quel momento non si è più visto nessuno. Solo oggi (ieri, ndr) alcuni volontari della Pubblica assistenza di Sasso Marconi sono venuti a ispezionare cosa era successo alla nostra casa. Avevamo fatto un primo conteggio dei danni e la stima era di circa 60mila euro, ma la mattina di mercoledì scorso la situazione è degenerata completamente. Ero andato al lavoro, mia moglie mi ha chiamato dicendomi di correre a casa perché la montagna era crollata di nuovo. La frana aveva colpito l’altra parte della casa, compreso il terrazzo".

Che cosa ha provato in quel momento?

"Solitudine, la prima sensazione è stata quella. Lì dentro c’è il sacrificio di tutta una vita e ora non abbiamo più niente. Neanche un posto dove andare a dormire. La casa è una stalla, abbiamo fango in ogni angolo. Stiamo lavorando da giorni senza sosta per riuscire a salvare quante più cose possibili, ma ormai ho perso le speranze".

La casa, pur non essendo crollata, è recuperabile?

"Ancora non lo sappiamo, ma ho molti dubbi. Più fango togliamo e più ne arriva. Il terrazzo è invaso, sembra si stia piegando e può crollare da un momento all’altro. La situazione è drammatica, la montagna si è praticamente appoggiata sopra la nostra casa. Siamo talmente colmi di detriti che non sappiamo nemmeno più dove portarli".

Dove state passando questi giorni dopo la frana?

"Per due notti siamo andati in albergo a Sasso Marconi, poi abbiamo avuto la fortuna di essere ospitati in un agriturismo a Mongardino. I proprietari si sono attivati per dare alloggio gratuito alle persone che sono state colpite da queste disgrazie e noi non possiamo fare altro che ringraziarli".

Ha ancora speranza?

"Sinceramente? Poca. Tutti i sacrifici che io e la mia famiglia abbiamo fatto sono stati spazzati via nel giro di pochi minuti. Io ho dei problemi fisici, quest’anno avevo deciso di andare in pensione e godermi il tempo che mi rimane per stare con mia moglie e mio figlio. Ora non c’è più niente, abbiamo perso tutto. Non è qualcosa che si può descrivere, non ci sono parole. Posso solo dire che è difficile da accettare, un secondo prima avere tutto, il secondo dopo non avere niente".

Chiara Caravelli

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