Chiara Gualzetti, l’amico dell’assassino: "Mi annunciò l’omicidio"

Coltellate e calci. L’autopsia conferma la ferocia del killer della 15enne. Il ragazzino che raccolse la confidenza sentito dai carabinieri: "Pensavo scherzasse"

Chiara Gualzetti, 15 anni, uccisa domenica a Monteveglio

Chiara Gualzetti, 15 anni, uccisa domenica a Monteveglio

Bologna, 3 luglio 2021 - Quattro ore. Per mettere in ordine l’orrore che ha vissuto Chiara. Capire se si è accorta fino all’ultimo di ogni abuso, di ogni gesto di violenza. O se un oblio pietoso le ha tolto la coscienza prima dell’ultimo insulto ai suoi 15 anni, alla sua vita che si affacciava dalle colline di Monteveglio verso il mondo. Tanto è durata l’autopsia, disposta dal procuratore Simone Purgato e affidata al medico legale Emanuela Segreto, per ricostruire quei venti minuti di infinita agonia che hanno strappato il sorriso di Chiara.

Aggiornamento Lo strazio del padre: "Quella dentro la bara non assomigliava a Chiara" Strazio e commozione alla camera ardente: Chiara è vestita in abito medievale

Omicidio di Chiara, il papà: "Guardiamo la porta sperando di rivederla" - Il killer isolato al Pratello. La cella, la tv, il silenzio - Bruzzone: "Killer sadico e narcisista" - L'autopsia: "Uccisa dalle coltellate al petto"Polemica sulla raccolta fondi per i genitori - La nonna dell'assassino: "Sulle chat trovate disse: buon per loro" Dai primi accertamenti è emerso che a causare la morte della quindicenne di Monteveglio sarebbero state due coltellate, più profonde delle altre, inferte al petto. Lui l’avrebbe prima colpita da dietro, all’altezza del collo. Ma si è reso conto che così Chiara non sarebbe morta. Allora l’avrebbe girata, per sferrare i due colpi mortali. Poi, come raccontato in maniera lucida e asettica dall’assassino, mentre Chiara era già agonizzante, sarebbero arrivati i calci al volto, perché lei "non moriva mai". Il quadro delle lesioni conferma quindi la dinamica della mattanza descritta dal ragazzo: "Sarà durato 20 minuti. Mi sono stupito di quanto fosse resistente il corpo umano: a terra l’ho presa a calci, mi sono fatto male all’alluce", si era pure lamentato l’assassino con gli inquirenti, prima di essere fermato.

L'accusa: omcidio premeditato aggravato dai futili motivi Ora, per mettere una parola definitiva su un delitto così angosciante e assurdo bisognerà attendere 90 giorni. Tanto ha chiesto il medico legale per produrre gli esiti. All’esame hanno assistito anche i periti di parte, sia della difesa dell’omicida sedicenne, rappresentato dalla legale Tanja Fonzari, che dalla famiglia di Chiara, papà Vincenzo e mamma Giusi, attraverso il loro legale Giovanni Annunziata del foro di Salerno. "Quello che è già emerso – ha detto il legale – conferma la volontà del ragazzo di ucciderla". Completato questo tristissimo rituale, i genitori di Chiara a breve potranno riavere il corpo della loro bambina e organizzarne i funerali, ai quali parteciperà tutta la comunità del piccolo paesino della Valsamoggia, che già ha dimostrato, e continua a dimostrare, il suo affetto verso questa sua figlia tanto sfortunata.

I vocali dell'assassino: "Quella depressa, ho fatto il volere del demone" L’accertamento era necessario, per stabilire dinamica e tempi di una morte orribile, inferta con ferocia animale all’adolescente dallo spietato coetaneo. Ma non cambia il quadro accusatorio, che parla di un omicidio premeditato, in tutti i dettagli. Un omicidio anche annunciato, se vogliamo, visto che il giovanissimo killer aveva confessato al migliore amico, qualche giorno prima, l’intenzione di ammazzare Chiara, perché "si accollava". Lui, sentito dagli inquirenti, ha però spiegato di non aver dato peso a quelle parole, convinto che l’amico dicesse "così per dire". E in queste ore, Procura dei minori e carabinieri della compagnia di Borgo Panigale stanno continuando a sentire famigliari e amici del giovane indagato. Una decina gli adolescenti già ascoltati del gruppo di cui facevano parte vittima e assassino. Nei prossimi giorni verrà di nuovo sentita la mamma del ragazzino e poi toccherà a suo padre, che ancora non è stato ascoltato. Intanto, i militari del Nucleo Investigativo sono al lavoro sul pc di Chiara, su un suo vecchio tablet e poi sui suoi due cellulari: sia quello distrutto dal suo assassino subito dopo l’omicidio, recuperato in un torrente vicino casa del sedicenne, che il vecchio cellulare della ragazzina, che non usava più da qualche tempo. Il loro contenuto sarà analizzato, così come quello degli apparati sequestrati al suo assassino, da cui già sono state estrapolate le chat che lo hanno inchiodato, portandolo a confessare. "Non pensavo mi avreste scoperto così presto", aveva detto spavaldo il sedicenne ai militari, un attimo prima che lo fermassero per l’omicidio premeditato.  

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