Chiara Gualzetti, il papà: "Guardiamo la porta sperando di rivederla"

I familiari della 15enne uccisa hanno lasciato un cartellone davanti a casa: "Chi conosceva nostra figlia le dedichi due parole, resteranno per sempre"

Il cartellone davanti a casa di Chiara Gualzetti e il papà della 15enne uccisa

Il cartellone davanti a casa di Chiara Gualzetti e il papà della 15enne uccisa

Bologna, 5 luglio 2021 - C’è un cartellone bianco appiccicato al cancello di casa Gualzetti in via dell’Abbazia a Monteveglio. Un pennarello nero e una scritta, 'Ricordando Chiara', con al centro una bellissima foto della 15enne, sorridente e con in mano il suo amato arco. "L’ho messo ora, – dice soddisfatto papà Vincenzo – chiunque voglia può lasciare un messaggio per mia figlia. Chi abbia avuto la fortuna di conoscere la bellezza del nostro angelo. Quelle parole resteranno per sempre". Gli occhi lucidi, il telefonino che ogni minuto squilla, la moglie Giusi sempre a pochi passi. "Vede questo cancello? – riprende – Ecco, ancora oggi speriamo possa spalancarsi da un momento all’altro e vedere sbucare Chiara. La cosa che fa più male sa qual è? Che quella speranza è subito spazzata via dalla dura consapevolezza che ciò non avverrà mai. Perché Chiara a casa non tornerà più".

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Sono le 11.30 di domenica a Monteveglio: sette giorni dopo il delitto. Una settimana da quando Chiara corre fuori dalla porta, raggiunge il suo aguzzino dall’altra parte della strada, lo abbraccia e lo segue. "Mamma – le ultime parole – torno tra 10 minuti, mi deve fare una sorpresa". Erano le 9.30, una scena ripresa dalle telecamere esterne di casa Gualzetti. I due, poi, prenderanno la strada dell’Abbazia, a metà della collinetta, dove ancora oggi ci sono i nastri dei carabinieri, lui la fa girare, la colpisce una, due, tre, quattro volte con un coltello per poi finirla a calci. Infine corre a casa in bicicletta, in una frazione a pochi chilometri da Monteveglio, fingendo e mentendo per 24 ore prima dell’arresto per omicidio premeditato. "L’abbiamo cercata ovunque la nostra Chiara", sussurra Vincenzo. Tra Monteveglio, Fagnano e Castelletto ti imbatti ancora nei disperati appelli lasciati dalla famiglia della giovane quando ancora la speranza di ritrovarla viva non era sopita. "Mia figlia è uscita stamattina da casa e non è più tornata – recita uno dei volantini con sopra un fiore rosso – Era vestita con maglietta e pantaloncini neri. Per cortesia se qualcuno l’avesse vista o la vedesse mi scriva". Il corpo lo ritroveranno lunedì pomeriggio carabinieri e Protezione civile.

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Oggi i genitori, tramite i social, chiedono nuovamente aiuto e questa volta ai possessori di una dashcam, una telecamere per auto: "Servirebbero le immagini di chi ha percorso le strade di Monteveglio e dintorni la mattina di domenica 27 giugno". Per risalire a ogni movimento dell’assassino, dal momento dell’arrivo in paese fino alla salita sulla collinetta. "Va fermato – ribadisce mamma Giusi –, nessun’altra mamma deve subire ciò che sto subendo io. Si dice dispiaciuto? Non mi interessa; sappia che io sono disintegrata". Nella casa gialla al civico 14 di via dell’Abbazia il viavai è continuo. Si ferma un auto dei carabinieri, un abbraccio, una parola di conforto ai genitori di Chiara. Arrivano amici, parenti, vicini. E qualcuno lascia un ricordo su quel cartellone bianco. Come Susanna e Camillo: "Venivi da noi con le tue belle chiacchiere. I cani giocavano e tu ci tenevi allegria. Ci mancherai". Mentre Diego ricorda la passione per l’arco: "Come la freccia che scoccavi, la tua vita è passata con noi. Ora che sei un angelo, ricordaci il tuo sorriso come un inno alla vita. Arrivederci".

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Chiara Gualzetti, il funerale 

Mercoledì alle 17 nella chiesa di Santa Maria la comunità si stringerà per darle l’addio. "Quello – dice ancora Vincenzo – sarà per noi il momento più alto del dolore. Il momento più brutto della nostra vita. Poi inizieremo a renderci conto piano piano di ciò che ci è accaduto, non so cosa faremo. Ma dovremo in qualche modo reagire per lei". Passa una signora, allunga le mani verso quell’omone tutto d’un pezzo: "Non ci sono parole Enzo", sussurra. Poi guarda l’albero davanti al civico 14, il luogo dell’abbraccio ripreso tra Chiara e il suo aguzzino. "Pensare che sette giorni fa era viva mentre oggi non c’è più... ti toglie il fiato". Si avvicina al grande cartello, bacia la foto dell’adolescente con il vestito viola: "Ciao amore, adesso aiutaci da lassù".  

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