ALICE PAVAROTTI
Cronaca

Chiara Maci: "Condivido la paura dei genitori"

Noto volto Tv, al convento Santa Margherita presenta ’Quelle due’: "Scrivo cose che ho vissuto, attraverso storie inventate"

Chiara Maci, volto noto della Tv e molto amata per le sue trasmissioni e i libri dedicati alla cucina

Chiara Maci, volto noto della Tv e molto amata per le sue trasmissioni e i libri dedicati alla cucina

"È un libro che ho scritto perché spero che le persone si sentano meno sole. Un libro per le donne, per me stessa – perché è stato terapeutico – e per tutti i genitori che hanno paura di affrontare la solitudine. Dentro ci sono esperienze che in tanti abbiamo vissuto, e mi piace pensare di abbracciare un po’ tutti con le parole". Così Chiara Maci descrive il suo romanzo ‘Quelle due’ (ed. Mondadori), che oggi alle 19 verrà presentato nel convento di via Santa Margherita, all’interno della rassegna ’Parole nel chiostro’. Un libro che parla di genitorialità, scelte, amore e crescita. Le protagoniste sono Adele e la figlia diciassettenne Mia, che la nonna di Adele, Ada, chiama con affetto "Quelle due", da cui il titolo. Scrittrice, volto noto della Tv e amatissima per la sua passione per la cucina, Chiara Maci ha pubblicato diversi libri gastronomici, ma questo è il suo primo romanzo di narrativa.

Maci, ci spiega il significato del titolo? "Inizialmente doveva essere diverso, poi rileggendo mi sono accorta che scrivevo spesso ’quelle due’: Invece di togliere la ripetizione, ho deciso di valorizzarla: mi sembrava un’immagine accogliente, che racconta di una madre e una figlia che camminano insieme, di spalle, e di una donna – la nonna Ada – che, chiamandole così, le abbraccia".

Qual è il ruolo di Ada? "Anche se muore nella prima pagina, Ada è il cuore del libro: rappresenta l’amore puro e incondizionato. È lei a insegnare ad Adele cosa significa essere amati per ciò che si è, e a lasciare andare i figli quando è il momento. Un passaggio che commuove molti genitori durante le presentazioni".

Uno dei temi del libro è la monogenitorialità: quali sono le sfide più grandi? "Se ne parla poco, ma è una realtà che tocca molte famiglie. Le difficoltà sono tante: da soli il carico mentale raddoppia, fare il genitore significa comunque sbagliare spesso, ma quando sei solo, l’errore pesa tutto su di te. È una sfida che ho vissuto in prima persona, come anche Adele. In queste situzioni, succede che il genitore cresca insieme al figlio, spesso con un’inversione di ruoli".

Lei stessa è madre single: quanto c’è di autobiografico? "I personaggi e le storie sono inventati, ma ciò che è profondamente vero sono i sentimenti e le emozioni. Riesco a descriverli così nel dettaglio solo perché li conosco bene, mi piace dar voce a temi importanti attraverso un personaggio immaginario, senza dover mettere in gioco me stessa".

Non ha avuto timore a parlare di cose così personali, dopo anni in cui ha raccontato soprattutto cucina? "In realtà no, perché Adele è molto diversa da me, mi sono completamente estraniata dal personaggio. Anzi, per una come me, abituata a scrivere solo tematiche attinenti alla realtà, poter inventare è stato bellissimo. Mi sono sentita davvero libera, perché quando inventi, nulla può essere sbagliato".