Trovata morta dopo 10 ore a Granarolo (Bologna): “Chiediamo giustizia per nostra nonna”

I familiari della pensionata di 75 anni: “Vogliamo capire se si sarebbe potuta salvare”. Disposta l’autopsia

Salie Gjonzenelaj, trovata morta ore dopo l'incidente

Salie Gjonzenelaj, trovata morta ore dopo l'incidente

Si può davvero morire così? Si può davvero essere vittima di un investimento e restare per ore senza mai essere notati in una siepe a poca distanza dal luogo dell’incidente? Queste sono le domande che si stanno ponendo, senza sosta e con tanta rabbia, i parenti di Salie Gjonzenelaj.

La donna, un’albanese di 75 anni, è stata investita da un’auto nella mattinata di mercoledì, verso le 7, sulla san Donato, tra Quarto Inferiore e Granarolo.

Ma quando le forze dell’ordine, Polizia Locale di Granarolo – che si è occupata de rilievi – e carabinieri di San Lazzaro, sono arrivate sul posto insieme a sanitari e vigili del fuoco per soccorrere il guidatore, un 55enne italiano della zona, non si sono accorti del corpo straziato della donna che giaceva in una siepe a pochi metri di distanza dal punto dell’impatto. Salie, già cadavere, è stata trovata dieci ore più tardi dal figlio e dal genero. "Mia nonna faceva la stessa passeggiata tutte le mattine, amava percorrere quella pista ciclopedonale e mercoledì era uscita verso le 6.30 – racconta la nipote –. Quando ci siamo accorti che non rientrava a casa abbiamo tutti iniziato a chiamarla, ma non rispondeva. Allora siamo usciti a cercarla nei campi di Quarto e Granarolo e, intanto, i figli hanno provato a chiamare tutti gli ospedali di Bologna. Abbiamo pensato che avesse avuto un malore mentre passeggiava e che l’avessero soccorsa". Poi, però, nel primo pomeriggio, i familiari hanno letto l’articolo che parlava dell’incidente avvenuto proprio lì, dove Salie passeggiava sempre, iniziando a temere il peggio.

"Dopo aver letto il pezzo abbiamo iniziato a porci mille domande fino a che un nostro parente non ha deciso di chiedere informazioni al sindaco che, imattinata aveva scritto un posto su Facebook relativo all’accaduto– prosegue la nipote –. Abbiamo chiesto se nello scontro fossero state coinvolte persone. Lui ci ha risposto con certezza di no. Ma come è possibile sia avvenuto tutto questo? Quando mio zio è andato a cercarla sul luogo dell’incidente lei era lì, dietro la siepe e l’hanno trovata subito. Come hanno fatto a non vederla? Come hanno potuto fare i rilievi dell’incidente senza accorgersi di lei, di tracce di sangue? La nonna non giaceva a chilometri di distanza dal punto di impatto della macchina, ma a pochi metri e lì in zona, mercoledì, ci sono stati a lungo anche tecnici Enel per riparare i pali della luce colpiti dall’auto".

Sul corpo di Salie è stata disposta l’autopsia: sarà da chiarire, infatti, se la donna sia morta sul colpo o meno e, quindi, se si sarebbe potuta salvare se soccorsa in tempo. All’esito degli accertamenti sarà la Procura a valutare eventuali capi d’imputazione nei confronti del 55enne che era alla guida dell’auto uscita di strada. L’uomo, durante i soccorsi, sotto choc, non ha riferito della presenza della pensionata. "Attendiamo l’autopsia, ma non finirà certo qui – conclude la nipote con rabbia –. C’era mia nonna, ma se ci fosse stato un bambino? Queste cose non devono succedere e chi ha fatto male il proprio lavoro, chi l’ha lasciata lì senza neanche accorgersene dovrà pagare".

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